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LA SIGNORA DELLA CURVA SUD

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Ancora un paio d’anni e celebrerà le sue nozze d’oro con il Vicenza Calcio. Era una ragazzina che accompagnava allo stadio il papà. Ogni domenica al Menti, lungo il parterre, poi quando fu un po’ più grandina e autonoma si faceva tirar su in gradinata dagli amici. E da lì incitava la sua squadra del cuore, come fa ancora oggi.
Non smetterà mai il suo amore per i colori biancorossi. Sono passati presidenti, direttori sportivi, allenatori, campioni veri e tanti giovani meteore e no, lei sempre lì in gradinata ora protetta dallo sciarpone di ordinanza, ora con la maglietta ufficiale.
Tutti conoscono Cinzia Toniolo, in tanti la amano, qualcuno la teme o non la sopporta, perché lei non ha peli sulla lingua e se qualcosa non le piace lo dice, ma sempre con stile. Non ha mai urlato la sua rabbia dagli spalti come fanno tanti tifosi. Si è sempre molto arrabbiata con chi sceglieva forme di protesta violente e spesso ha cercato di fermare i ragazzotti agitati.

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Esiste una Cinzia che si alza tutte le mattine all’alba e raggiunge le scuola dove lavora come cuoca e prepara il cibo per tanti bimbi. Poi i figli e la famiglia cui pensare. Poi esiste la Cinzia della domenica che è sacra. Quel giorno lei non c’è per nessuno perché l’aspetta il suo Vicenza. Da sola raggiunge il Menti dove l’aspettano gli amici di sempre, quelli che lei definisce tifosi veri, con i quali condivide una birra a fine partita e con i quali comunicherà via social durante la settimana. Già i social, che fortuna averli! Offrono la possibilità di comunicare, di esprimere opinioni, dire la propria.

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Ma il luogo sacro della condivisione è lo stadio, la casa di ogni tifoso che si definisca tale.
“Io non sono un’ esperta di tecnica o tattica. Non mi interessano le formule,. Il 4-3-3, 3-4-3, 3-5-2, l’albero di Natale. Per me sono numeri buoni per farci un articolo, per costruirci una trsmissione, per parlarne al bar. Io vivo il calcio nelle persone, nei calciatori in campo e nei tifosi che mi stanno accanto, dal ragazzino che esulta a quelli che si arrabbiano per un gol subito, ma subito tornano ad incitare la squadra. Mi definirei una “tifosa di pancia”, che vive sul momento quello che accade durante la partita, che non si lascia comunque condizionare. Io non urlo, preferisco guardare e poi alla fine commentare.”

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È così legata ai colori biancorossi che anche in serie C ha seguito il Vicenza in casa e in trasferta. “Noleggiamo un pulmino per raggiungere gli stadi dove il Vicenza gioca. Si tratta anche di un modo per stare in compagnia. Vecchi amici che si ritrovano e passano una domenica insieme tra gioie e dolori.”
Già i dolori… Non piace a Cinzia che la nuova dirigenza non abbia comprato i titoli del Vicenza, che abbia lasciato indietro i tempi della coppa Italia vinta nel 97, i risultati della stagione d’oro di Paolo Rossi e GB Fabbri. Un vicentino doc fatica a capire questo modo di gestire il calcio: “Non bastano i soldi. I progetti a tavolino devono fare i conti con la realtà. Renzo Rosso in Piazza dei Signori promise che saremmo arrivati in 5 anni in Europa League. Il Vicenza come l’Atalanta… Già! I sogni, le ambizioni. Ma la squadra va costruita con pazienza, i calciatori vanno seguiti, accompagnati, altrimenti faranno fatica ad esprimersi al meglio. Lavorare sulla mentalità, questo è il segreto che Dalle Carbonare aveva intuito e che con Ulivieri cominciò ad attuare. Belli quei tempi, grande allenatore Ulivieri che ha consegnato a Guidolin un vero gioiellino di squadra.”

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Manco a dirlo Cinzia è stata a Napoli per la finale di Coppa Italia, ma anche a Londra nella sfortunata partita contro il Chelsea in Coppa delle Coppe.
“Un tifoso vero ci deve essere sempre, deve fare l’abbonamento ogni anno, solo così può pretendere di esprimere il suo parere. Come dire : ragazzi io ci sono, il mio dovere l’ho fatto e ora chiedo che anche voi facciate lo stesso, ma non per chissà quali interessi, solo per il piacere di assistere a momenti di buon calcio.”

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Cinzia ha vissuto l’emozione di veder giocare Paolo Rossi e Roberto Baggio, ma il suo calciatore del cuore è Giorgio Carrera, un signor libero che ha fatto sognare nel mandare in gol proprio Pablito”.
Poi Cinzia ricorda con una certa nostalgia anche Giorgio Sterchele, il portierone, per il quale ha pianto quando è passato alla Roma.
Nel tempo si è fatta anche carico di aiutare e sostenere tanti giovani arrivati a Vicenza, un po’ sperduti che avevano bisogno di incoraggiamento. E Cinzia ben volentieri li ha aiutati.
In un mondo che da sempre è ad appannaggio dei maschi, Cinzia, da tifosa vera ha dimostrato che lo stadio appartiene anche alle donne: “Quando ero più giovane, in curva mi sentivo un’eroina che si batteva per la sua squadra e non nego di aver vissuto qualche momento di paura quando i tifosi veronesi ci attaccavano. Oggi alcuni di quegli stessi mi contattano su FB e mi riempono di complimenti. Mi dicono che mi hanno odiata, ma che sono forte!”
Già Cinzia è proprio forte e in questi quasi 50 anni di fede biancorossa lo ha ampiamente dimostrato.

Rosanna Frizzo

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