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Cicero pro domo sua? I perché dell’apparentamento con Rucco

Elezioni Cicero

Forse si dovrà cambiare il vecchio detto che la politica è l’arte del possibile. Dopo l’apparentamento per il ballottaggio della lista civica Impegno a 360° di Claudio Cicero (nella foto di Gianni Poggi) con Francesco Rucco è più appropriato dire che è l’arte dell’impossibile.

Dopo mesi di critiche, distinguo e prese di distanza, Cicero ha scelto l’ora dell’aperitivo dell’ultima domenica prima del ballottaggio per annunciare il sostegno formale della sua lista al candidato primo cittadino che proprio lui aveva combattuto strenuamente e senza mezzi termini in campagna elettorale. Impossibile, appunto…

Per spiegare il clamoroso ribaltone che ha trasformato nel giro di poche ore un acerrimo avversario, per di più della stessa area politica, non solo in un alleato ma addirittura in un amicone di Francesco Rucco (ipse – il sindaco – dixit: “ho ritrovato un amico”), sovviene una frase famosa: “Cicero pro domo sua”, che si traduce dal latino: “Cicerone per la propria casa”. Spiega l’enciclopedia Treccani: frase desunta dal titolo dell’orazione pronunciata nel 57 a. C. da Cicerone dinanzi ai pontefici, per chiedere che gli fosse restituita l’area della sua casa, che era stata incendiata dopo il suo esilio, e gli fosse dato il denaro per ricostruirla; viene talora adoperata a proposito di chi agisca a proprio vantaggio, sia direttamente, sia sostenendo posizioni di altri analoghe alle proprie.

Non mi permetto certo di sostenere che il Lord of the rings vicentino sia in malafede o abbia fatto la sua vistosa virata per interesse personale, ma devo riferire che questa è la spiegazione adombrata non solo da molti dell’area avversaria ma anche e perfino da qualcuno della sua stessa lista. A botta calda, infatti, Nico Pigato (100 preferenze) e Alessandra Lolli (39), i due candidati consiglieri più votati di Impegno a 360° (1.162 voti), hanno a loro volta preso le distanze da Claudio Cicero, dichiarando di essere estranei e contrari alla decisione del loro leader. L’unico compagno di lista che ha preso posizione a favore di Cicero è stato Mirko Maule (6 preferenze).

Fra i “si dice” che circolano nei corridoi della politica vicentina c’è quello che, nelle trattative post primo turno, Rucco abbia promesso al super rivale un posto da assessore e la delega a gestire la dibattuta rogna TAV/TAC. Un tema particolarmente caro a Cicero, che ha dimostrato in tempi passati attitudine e attenzione alle grandi infrastrutture. Si battè, infatti, per salvare l’aeroporto Dal Molin ma l’impegno profuso non portò risultati.

Cicero candidato sindaco ha ottenuto al primo turno 1.217 voti, 55 più della sua lista. Un pacchetto di suffragi modesto ma non marginale che, percentualmente, vale il 2,57 e, quindi, non consente di superare la soglia del 3% che assicura l’accesso al Consiglio Comunale. Il risultato, non eclatante in senso assoluto, assume un valore relativo di utilità nell’ottica di un esito all’ultimo voto del ballottaggio fra Possamai e Rucco. Questo sarebbe il perché il sindaco uscente ha mandato giù le critiche e i giudizi trancianti di Cicero per riaccogliere l’ex assessore, già da lui defenestrato, nel recinto del centrodestra. Sarebbe interessante sapere che ne pensano i partiti che lo appoggiano.

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