
LA POPOLAZIONE DI MONTECCHIO MAGGIORE È UN PO’ PIÙ GIOVANE, MA NON CRESCE
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Mentre ci si appresta ad assistere ai Mondiali di pattinaggio, non si può non soffermarsi sulla storia di chi molto ha fatto per ri-fondare il movimento dei pattinatori a Montecchio e insieme al compagno Antonio Grotto è riuscita a portare addirittura i Mondiali ad Alte Ceccato.
In una intervista, rilasciata a SportMONTECCHIO nel Febbraio del 2019, si raccontava così, ed è una bella storia.
Nata a La Plata vicino a Buenos Aires, Adriana Noemi Abraham rappresenta compiutamente l’idea dell’Argentina come terra di migranti: nonno paterno siriano libanese, nonni materni italiani. Ma se ha voluto, nel 1991, venire in Italia non lo ha fatto per recuperare le sue radici, bensì per inseguire un sogno.
All’età di tre anni indossa i primi pattini a rotelle: “Allora era di moda regalarli ai bimbi a Natale e così fu anche per me. Mi divertivo, pattinavo con gli amici per strada. Solo a 14 anni ho provato la specialità del pattinaggio su pista. In Argentina è molto diffusa, tutto il Sud America è terra di pattinatori, anche se nel mondo si associa l‘America Meridionale al gioco del calcio”.
Dopo sei mesi la nostra è in Nazionale, mostrando non solo di avere il pattinaggio nel sangue, ma anche di avere tanta grinta e determinazione.
“La mia fortuna è stata di allenarmi con le campionesse più grandi, addirittura detentrici del titolo mondiale. Così quando facevo le gare di categoria andavo molto bene, purtroppo non sono riuscita andare oltre le fasi nazionali, perché in Argentina il biglietto per i Mondiali andava solo ai campioni in carica. Io arrivavo sempre a podio, ma prima di me c’erano Nora Vega, Claudia Rodigues, detentrici di titoli iridati.”
A La Plata Adriana si mette nelle mani del sig. Adalberto Lugea direttore sportivo di una società di pattinaggio. Suo figlio Carlo è il suo allenatore e da lui eredita la passione per l’insegnamento, che la verrà molto utile qualche anno dopo.
Purtroppo la vita non sempre è facile. A 18 anni perde improvvisamente la mamma, il papà se ne era andato molto prima. “Ero sola, dovevo costruirmi un futuro e così lasciai il pattinaggio, ma era sempre vivo dentro di me un sogno: recarmi in Italia, non perché sono in parte italiana, ma perché avevo conosciuto il pattinaggio su pista azzurro, mi ero appassionata, volevo conoscere la sua scuola, confrontarmi con i suoi campioni.”
Per raggiunger l’obiettivo aveva anche pensato di comprare il matrimonio con un Italiano, pratica moto diffusa allora, ma i suoi parenti si opposero, così dovette aspettare la maggiore età ed un’importante iniziativa dell’associazione dei migranti veneti che si impegnava di adottare un giovane argentino con origini italiane, trasferirlo in Italia e dargli la possibilità di lavorare per favorire un’emigrazione di ritorno.
“Non ero sola ad avere questo desiderio! C’era un mio caro amico che voleva trasferirsi e con lui partii da sposata.
Pur di restare in Italia mi dedicai ai più svariati lavori. Mi sono adattata a tutto, anche a fare la cameriera d’albergo. Nel frattempo il matrimonio finì e io mi trovai un giorno in quel di Costabissara a sentir parlare di una pista di pattinaggio in disuso, proprio ad Alte Ceccato.
Era una buona pista, in un bel contesto. Potevo costruire il mio sogno insieme ad Antonio, il mio nuovo compagno di vita, anche lui pattinatore.
Intanto era arrivato il 1995 e, tornata in Argentina, ebbi l’occasione di conoscere i pattini in linea che stavano rivoluzionando il modo di concepire la specialità su pista. Fondamentale per me il sig. Lugea che, ricordo, nel sentir pronunciare il nome di una piccola frazione del vicentino, Alte Ceccato appunto, scoppiò in lacrime perché lui lì c’era stato come CT della nazionale argentina, in occasione dei Campionati Mondiali del ’68.
Mi procurò i nuovi pattini con i quali avviai la mia attività di noleggio e insegnamento della nuova tecnica di skate.”
Oggi segue i ragazzi e ragazze dell’Associazione Pattinaggio Alte Ceccato, ne cura la preparazione con puntigliosa precisione e tanto professionismo, non ha caso Manuel Ghiotto, oro e argento agli Europei Juniores in Francia, esce dalla sua Scuola…
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