
“IL GIORNO DEL RICORDO” UN’OCCASIONE PER CONOSCERE ED IMPARARE DALLA STORIA
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Resistenza è la capacità di opporsi, contrastare con la propria forza fattori avversi.
Si resiste così a fenomeni naturali che potrebbero essere devastanti e distruttivi. Si creano barriere, si mettono i sacchi di sabbia contro le esondazioni. Si barricano porte e finestre contro la furia dei venti.
Abbiamo resistito all’infuriare dell’epidemia Covid con le precauzioni indicate dal Sistema Sanitario e i vaccini.
Ancora, magari più banalmente, “la difesa della nostra squadra del cuore ha resistito agli attacchi degli avversari per portare a casa la vittoria”.
Resistere significa non arrendersi e battersi per un risultato.
Sul piano storico resistenza richiama alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo.
Non arrendersi e battersi per la libertà, i principi che hanno animato le azioni di tanti giovani italiani che hanno deciso, dopo l’Armistizio dell’8 settembre del 1943, che era giunta l’ora di opporsi alla dominazione nazista e all’oppressione fascista.
Un movimento diffuso nei Paesi occupati dal Reich, arrivato in Italia dopo che la firma dell’armistizio, da parte del generale Badoglio, di fatto aveva trasformato l’Italia da alleato a nemico. Prima in Italia esisteva l’opposizione al regime fascista, che aveva visto migliaia di giovani e non giovani finire in carcere o al confino se non barbaramente uccisi, perché scomodi. Tra tutti Giacomo Matteotti, di cui quest’anno si celebrano i cento anni dall’assassinio. E poi Pietro Gobetti, Giovanni Amendola, i fratelli Rosselli e altri meno noti, i migliori e quindi troppo pericolosi.
Con l’8 settembre del ‘43 le cose cambiano. I soldati senza più guida sono esposti alle rappresaglie tedesche. Per loro due possibilità, giurare fedeltà al Reich e arruolarsi nelle truppe della Repubblica di Salò o resistere rischiando, se catturati, di finire nei campi di concentramento e di sterminio.
La gente comune, oggetto di continui raid aerei degli Alleati, resiste in attesa che qualcosa cambi, che arrivino le truppe angloamericane. Tanti decidono di non aspettare. Bisogna opporsi alla dominazione tedesca e combattere. Hanno dato vita a quel movimento che i libri storia hanno denominato Resistenza, la determinazione a non arrendersi di fronte alla dominazione straniera e a combattere un regime, quello fascista, che fino a quel momento aveva affamato le famiglie, mandato in guerra senza mezzi tanti giovani, aveva perpetrato soprusi di ogni genere.
Il 25 aprile è dunque la festa della Liberazione che nasce dalla Resistenza e va celebrata coinvolgendo tutti, soprattutto i giovani, ai quali va ricordato che coloro che hanno combattuto per la nostra libertà in fondo erano dei ragazzi come loro. Erano come gli Ucraini che oggi resistono contro l’esercito di Putin, i Palestinesi vittime sia di chi li sfrutta in chiave antisraeliana come Hamas e, purtroppo, anche degli interventi di cielo e di terra delle truppe dello stato ebraico. Resistono i Siriani, resistono le donne iraniane e afghane cui è negato ogni diritto…
Rosanna Frizzo
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