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LR VICENZA. CON LA TRIESTINA PARTITA PERFETTA E UN DELLA MORTE DA SERIE SUPERIORE

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Risultato come da pronostico fra LR Vicenza e Triestina e cioè vittoria autorevole della squadra più in forma del campionato contro quella meno, insomma un testacoda. Non ci sono state sorprese nemmeno nel gioco delle due contendenti perchè il Lane ha ripetuto il copione delle repliche più recenti: inizio arrembante, vantaggio, ripiegamento a protezione della propria metà campo, raddoppio quando la Triestina dava l’impressione di crescere. Da parte sua, invece, l’Unione ha confermato il momentaccio che sta attraversando, e che è cominciato già da prima dell’esonero di Tesser, con una prestazione sempre in dipendenza da quello che i biancorossi le consentivano di fare. Nell’abbrivio della partita ha subìto l’aggressività vicentina, poi è stata indotta a costruire gioco offensivo in spazi limitati e con pressione costante, poi, al primo accenno di calo, si è fatta infilare per la seconda volta ed ha tirato a campare fino alla fine.
La Triestina sembrava il Vicenza del girone di andata e cioè una squadra spenta, senza identità, remissiva, in cui anche giocatori di qualità come Correia e Lescano erano risucchiati nella mediocrità complessiva. Bordin non aveva a disposizione due uomini importanti come D’Urso e Redan e, quindi, la fase offensiva era più prevedibile. L’allenatore dell’Alabarda non aveva in rosa dei cambi all’altezza ed era quindi costretto a cambiare modulo dall’abituale 3-4-1-2 al 3-5-2, ma il lavoro sulle fasce non è migliorato e l’ex Minesso non è stato il partner migliore per Lescano.
Sui meriti del Vicenza non si può che ripetersi, ormai: capacità di gestire il gioco e la partita, compattezza e concentrazione, livello atletico performante e condiviso fra titolari e riserve, aggressività e corsa mai in calo per tutti i novanta minuti. In più e sempre di più un Della Morte incontenibile, che sfrutta l’eccellente momento di forma con giocate sopra il livello della categoria e con una concretezza che non sempre in passato aveva fatto vedere. E, in più, nell’occasione disponibile a fare il primo filtro su Correia.
È un attaccante aggiunto a tutti gli effetti, imprevedibile e imprendibile palla al piede, che gli avversari faticano a contenere anche perchè, contro di lui, c’è una sola arma efficace, l’anticipo, e, invece, i difensori puntano sempre al duello uno-contro-uno.
Fra i punti a favore di Stefano Vecchi c’è l’aver progressivamente inserito dei giocatori giovani che ha fatto crescere in poco tempo dando loro sicurezza e il ruolo migliore. Si confronti il Sandon pasticcione e impreciso nelle partite dell’era Diana con il difensore puntuale di oggi, capace anche di farsi trovare nell’area avversaria. Oppure il Talarico che è diventato il protagonista della fascia destra, efficace sia come quinto che come esterno offensivo.
È fuori discussione che il Vicenza meriti la terza posizione, che ha raggiunto con la serie positiva di febbraio e che ha concretizzato il tanto auspicato strappo con il passato, anche se tardivo e quindi destinato a un risultato di portata limitata. Solo un’imprevedibile crollo di Mantova e Padova potrebbe rimettere in gioco i biancorossi per la corsa alla vittoria del campionato e, del resto, è statisticamente improbabile che l’andazzo a suon di vittorie possa continuare inalterato fino all’ultima giornata.
Il Vicenza.2 è una corazzata ma ci si deve aspettare che, chi dovrà affrontarlo, prenda le giuste contromisure e questo lo faranno soprattutto le squadre che dovranno salvarsi o conquistare un posto nei play off. Aspettiamoci, dunque, barricate e partite tutte nei sessanta metri delle avversarie.
GIANNI POGGI

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