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Come conoscere il mondo e fare del bene

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Mario Avesani, Montecchio Maggiore, 28 anni, laurea magistrale in discipline economiche. Uno come tanti nostri giovani che raggiungono, meritatamente, i livelli più alti della formazione, pronti per entrare nel mondo del lavoro con tutte le carte in regola e con ottime prospettive professionali. E invece…

Mario, la notte del 7 febbraio era in Turchia, più precisamente nella città di Gaziantep, a 40km dal confine con la Siria e ha vissuto la drammatica esperienza del terremoto. Che ci stava a fare?

Semplicemente il volontario per quello che lui precisa essere il Corpo Europeo di Solidarietà, il programma dell’Unione europea che offre ai giovani opportunità di volontariato, all’estero, nell’ambito di progetti legati principalmente all’ambiente, all’assistenza sociale e all’educazione.

Per la verità in Turchia c’era già stato prima nel 2021 e aveva avuto modo di conoscere tre splendide ragazze italiane, anche loro al tempo volontarie europee, che con grande determinazione avevano poi deciso di rimanere prendendosi a cuore l’educazione dei bambini Siriani della città. Una città, Gaziantep, di 2 milioni di abitanti che, nel giro di pochissimi anni, ha ricevuto circa mezzo milione di Siriani in fuga da un paese in guerra. Questa città è divenuta famosa, inoltre, durante il periodo del sisma per il castello edificato nel secondo secolo DC e collassato a seguito del terremoto, divenendo così simbolo della distruzione che ha colpito la Turchia, provocando 60.000 morti ufficiali.

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Kids Rainbow, è questo il nome dell’associazione che ora conta più di cento piccoli studenti, con altrettanti in lista d’attesa. Mario spiega: “Innanzi tutto l’insegnamento delle lingue, Turco, Arabo e Inglese, fondamentali per questi bimbi che in casa parlano solo siriano e che vivono in una ambiente restio all’integrazione da ambo i lati. Molti di loro faticheranno ad andare altrove, alcuni con le loro famiglie hanno tentato o pensano di intraprendere la strada per l’Europa, ma senza successo, perché la sorte dei rifugiati siriani è strettamente legata al livello di istruzione e di ricchezza. In questa parte della Turchia restano i più poveri e proprio a loro si rivolge il progetto. Le lingue, la scienza e l’arte sono le materie che vengono loro insegnate. Con il mio arrivo ho cercato di inserire nel progetto anche la musica visto che quando viaggio porto sempre con me i miei strumenti musicali sia per suonare che per insegnare.”

“Il post terremoto è stato ed è terribile. Dopo pochi giorni, abbiamo cominciato a svolgere delle attività nei campi di accoglienza dove sono arrivati a convivere a vivere anche 2000 persone per la durata dello sciame sismico, in condizioni non certo ottimali. Per i bimbi era necessario darsi da fare, in modo da donare loro qualche momento di serenità e spensieratezza. Piccoli concerti, spettacolini di strada dove ho potuto mettere in gioco le mie abilità di mago.”

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Mago? “Da piccolo ho avuto modo dedicarmi allo studio della magia e prestidigitazione, ed è una passione che è rimasta e che in questo caso è tornata molto utile per rallegrare alcuni istanti della vita dei più piccoli.”

Mario porta ancora con sé il ricordo del terribile boato che ha accompagnato la scossa del 7 febbraio e del freddo di quella notte, quando fu svegliato di soprassalto ed uscì in fretta passando il resto della notte tra la neve che ancora copriva le strade.

“Noi siamo stati fortunati: la nostra abitazione era bassa con muri in pietra molto solidi, alcuni palazzi anche nuovi si sono sbriciolati invece. Nella città ci sono stati relativamente poche vittime, 300/400, ma già a qualche decina di chilometri dal centro della città la devastazione è stata immane. Dopo i primi giorni abbiamo deciso di cominciare le attività all’interno dei centri di accoglienza per gli sfollati proprio partendo dalle paure dei bimbi e offrendo loro momenti di spensieratezza.”

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Riusciamo ad immaginare Mario con la sua tromba girare tra le tende o far sparire le carte dietro le orecchie di un bimbo? Non è difficile, visto l’allegria che spontaneamente suscita in chi incontra. È un artista, un musicista, un ragazzo che ha voluto e vuole conoscere il mondo, dandosi comunque da fare e la Turchia è stata una delle tante mete.

Durante la laurea triennale ha trascorso un anno di Erasmus a Coimbra in Portogallo. Poi la laurea magistrale in “International Economics and Bussiness Management” con un periodo in Inghilterra a Nottingham seguiti da altri cinque mesi in Brasile con il progetto “Worldwide”, infine, la conclusione del percorso di studio con un semestre a Timișoara in Romania. “Ho approfittato dell’Erasmus per perfezionare la conoscenza delle lingue straniere, ho sostenuto esami che non sempre avevano a che fare con il mio percorso di studio, ma si trattava di occasioni irrepetibili per studiare nuove materie, esplorare luoghi e culture diverse e soprattutto per suonare.

Ma l’esperienza più significativa è stato l’anno di servizio civile all’estero fatto in Mozambico nel 2021 dove ha collaborato con AVIMAS un’associazione che aiuta le vedove e le ragazze madri nella città di Maputo, anche in questo caso insegnando musica ai bambini.

Ora è tornato. Sta meditando sul da farsi ma, guardandolo, con il suo cilindro da mago in testa e gli occhi sorridenti un po’ sornioni, già sta pensando che altri viaggi lo aspettano. Intanto continua a suonare e a perfezionare un talento che gli ha aperto le strade del mondo, ma gli ha fatto anche conoscere che cosa significhi aiutare gli altri e a farlo con leggerezza e allegria.

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