
LR VICENZA. DIANA FA LA FESTA AI BIANCOROSSI E IL PADOVA SI RIPORTA A +6
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Il 2-0 che ha sancito la vittoria al Menti dell’LR Vicenza sul Trento mette il sigillo biancorosso sul terzo posto nella classifica finale del campionato e allunga a 15 tappe la serie positiva nel girone di ritorno. Un bel rimbalzo dopo la sciagurata prima metà del calendario e un forse insperato centro dell’unico obbiettivo rimasto a disposizione.
Non è ancora tempo di bilancio, nemmeno parziale, ma, intanto, si può e si deve riconoscere il merito principale del nuovo corso all’allenatore Stefano Vecchi. In poco tempo, subentrando a metà stagione a un collega, ereditando una situazione tecnica a dir poco complicata e quasi compromessa, l’ex tecnico della FeralpiSalò, reduce a sua volta da un brusco esonero da parte del club che aveva appena portato in Serie B, ha avuto la capacità e la bravura di ricomporre un contesto allo sbando e di dare vita e identità a una squadra rassegnata e alla deriva.
Vecchi ha recuperato pezzo per pezzo la rosa con una cura differenziata in funzione dei singoli giocatori. Ha riabilitato un portiere (Confente) che aveva perso i gradi di titolare, ha confermato la difesa a tre (pur essendo fautore del modulo a quattro) puntando su due affidabili centrali a cui ha affiancato la new entry Cuomo, ha valorizzato giovani che il suo predecessore non sembrava apprezzare altrettanto, ha rigenerato Ronaldo portandolo a un livello che a Vicenza mai s’era visto, ha trovato il posto giusto in campo per Della Morte.
Nel complesso, poi, Vecchi ha ridato un volto e una consapevolezza alla squadra, ha creato un gioco personalizzato, ha centrato un requisito determinante in campionato qual è la continuità. Tutto ciò il tecnico l’ha fatto pur avendo a disposizione una rosa ristretta, che l’ha costretto più di una volta a soluzioni emergenziali nella scelta di giocatori, ruoli e moduli.
Ovviamente, però, l’allenatore non è riuscito in tutto. La lacuna che ancora il Vicenza si tira dietro è quella dell’attacco o, meglio, degli attaccanti. Quelli che gli sono rimasti a disposizione, Ferrari e Pellegrini, segnano poco e si creano occasioni da gol insufficienti. Vediamo i numeri: Ferrari ha firmato 12 gol, Pellegrini 6 e Rolfini 5, il che significa che, ai 50 gol all’attivo, le tre punte hanno contribuito per meno della metà. Della dozzina di centri dell’attaccante argentino, un quarto proviene da calci di rigore e solo 8 su azione, l’ultimo il 19 marzo al Fiorenzuola.
Vecchi ha ovviato a questo deficit offensivo sia mandando più spesso al tiro Della Morte, che ormai gioca in prevalenza come punta esterna, sia sfruttando centrocampisti e difensori, sia cercando la via del gol su corner e punizione. L’esito di queste alternative è stato positivo ma ha portato sì a vittorie ma risicate, tant’è che, nelle ultime dieci partite, il Lane ha segnato due gol in appena quattro occasioni. In prospettiva play off, è senz’altro da migliorare questo rendimento.
Un altro punto debole della squadra biancorossa è quello disciplinare: con 100 ammonizioni sta al quinto posto del girone, i 4 rossi la collocano, invece, in posizione mediana. Tutti questi cartellini hanno provocato numerose squalifiche che hanno, a loro volta, creato problemi di formazione. Anche sotto questo profilo si dovrà migliorare parecchio per il post season, in cui le partite e i turni sono ravvicinati e bastano due ammonizioni per far scattare la squalifica.
Un ultimo punto su cui Vecchi dovrà far crescere la squadra è la predisposizione di rotazioni adeguate. C’è, come già detto, il limite della rosa ridotta e degli infortunati, ma la formula dei play off potrebbe richiedere l’utilizzo di giocatori diversi anche in ruoli chiave. In campionato l’allenatore ha provato soluzioni innovative e, qualche volta, non proprio riuscite, ma nella seconda fase dovrà per forza di cose farsi trovare pronto perchè gli esperimenti saranno troppo rischiosi.
GIANNI POGGI
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