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PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

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LA CISL RACCOGLIE LE FIRME

Partecipare alla governance d’impresa è un modo per far crescere il tessuto imprenditoriale italiano. Con questo obiettivo la Cisl si sta muovendo e per questo chiama a raccolta i cittadini.
“Le emergenze ambientali; l’accresciuta consapevolezza della necessità di tutela dei consumatori dalle frodi; la dispersione di potere economico del paese connessa alla perdita di controllo di Marchi storici, e talvolta di interi comparti produttivi acquisiti da gruppi o fondi stranieri; l’evaporazione di enormi ricchezze per effetto di operazioni speculative; la consapevolezza di dover reperire gli investimenti necessari per affrontare un’epoca a forte contenuto di innovazione; l’osservazione della crisi dei modelli di rappresentanza sociale; sono tutti fattori, non i soli, di riflessione sulla necessità di trovare, dopo la fascinazione neoliberista e mercatista degli anni passati, un nuovo paradigma economico e sociale che rinnovi i modelli e gli orientamenti di conduzione delle imprese e le relazioni di lavoro”.
Con queste motivazioni parte l’iniziativa della Cisl nazionale che ha come obiettivo una raccolta firme a sostegno della Proposta di legge di iniziativa popolare.
A Creazzo, la settimana scorsa, è stata presentata a oltre duecento delegati con la presenza del segretario confederale Ignazio Ganga. In platea erano presenti i parlamentari vicentini Mara Bizzotto, Erik Pretto, Erika Stefani della Lega, Daniela Sbrollini di Italia Viva, don Matteo Zorzanello della pastorale sociale e del lavoro della diocesi, la figura storica della Cisl Franca Porto.
Cisl vuole “Modificare la relazione tra capitale e lavoro, tra impresa e lavoratore”. Così si è espresso il segretario generale provinciale Raffaele Consiglio, intervenuto da remoto per problemi di salute.
Se vogliamo estrapolare una parola chiave è presto detto: partecipazione.
La proposta di legge punta infatti a normare la partecipazione di lavoratrici e lavoratori agli organi direttivi e di controllo delle aziende, private e pubbliche.
“Riteniamo – aggiunge Consiglio – che uno dei modi per rilanciare la competitività del sistema Paese sia creare le condizioni affinché vi sia un nuovo rapporto tra capitale e lavoro, basato sulla corresponsabilità e consapevolezza. Abbiamo l’obiettivo comune di accrescere la produttività ed il valore delle aziende”.
Il tema della competitività è cruciale e la permanenza delle imprese e dei marchi storici è un tema quotidianamente all’ordine del giorno.
I vari interventi hanno sottolineato che anche la Costituzione ha affrontato fin dalla nascita della Repubblica questo argomento all’art. 46 dove si riconosce “il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende”.
Nel disegno di legge si individuano quattro forme di partecipazione, rinviando il dettaglio ai contratti collettivi: gestionale, come presenza dei lavoratori nei cda o nei consigli di sorveglianza; finanziaria, che riguarda la distribuzione degli utili d’impresa, ma anche l’accesso dei lavoratori al possesso di azioni o di quota di proprietà dell’impresa; organizzativa, premiando imprese e lavoratori che si impegnano nell’innovazione dei processi produttivi; consultiva, prevedendo che i lavoratori e i loro rappresentanti siano consultati preventivamente sulle scelte aziendali. Incentivi fiscali possono rappresentare le “leve” perché le forme di partecipazione siano effettivamente introdotte.
Il segretario generale Cisl Veneto Gianfranco Refosco ribadisce: “Non ci nascondiamo, la sfida è complessa. Molte imprese sono viste come proprietà esclusiva, non è facile far capire che la partecipazione è un fattore di crescita. In Veneto ci sono già esempi di riferimento. Siamo convinti che le condizioni siano favorevoli».

Maurizio Scalabrin

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