MAURIZIO SCALABRIN: “UN MIO RICORDO DI VLADIMIRO RIVA”
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Viabilità in continua evoluzione a Montecchio Maggiore
Sono 23 anni che Montecchio Maggiore attende che i cantieri finiscano sulla tratta della Pedemontana. Un’arteria che ha coinvolto pesantemente tutta la parte ovest della città castellana. Dalla zona della Canova (al confine con Tezze e Trissino) fino al casello attuale dell’autostrada di Alte Ceccato. I lavori si sono protratti ben oltre le previsioni, interferendo pesantemente prima con la zona industriale ed artigianale, poi con il quartiere di Alte Ceccato. Il traffico che storicamente transita per quella arteria nord-sud della fine Valle dell’Agno si è scaricato per ogni rivolo possibile all’interno di Alte.
Il nuovo casello dell’autostrada, spostato verso Montebello, non è ancora pronto. Probabilmente ci vorranno ancora molti mesi. Potrebbe servire tutto l’anno 2024. La uscita attuale dell’autostrada è molto a rischio. File infinite si formano a certe ore sia nella direzione Verona Vicenza sia in quella opposta. La rotatoria all’uscita è spesso insufficiente e la bretella intasatissima.
I lavori della TAV hanno ovviamente aumentato notevolmente i disagi. Prima con l’abbattimento e la ricostruzione del ponte di via Battaglia che è stato riconsegnato con almeno 6 mesi di ritardo sul previsto. Ora rallentano il traffico lungo la strada del Melaro verso Vicenza.
Il cavalcaferrovia nuovo previsto all’altezza della Colombaretta, che dovrebbe drenare come una tangenziale est il traffico ha avuto una prima presentazione in commissione Ambiente e Territorio di Montecchio Maggiore solamente martedì 29 novembre. I tempi di realizzazione occuperanno sicuramente tutto il 2024.
Infine la statale 11 è in fase di riorganizzazione in base ad un progetto che risale al 2002. Sì. Non c’è un refuso. Proprio il 2002. Alcuni incroci bloccati, cinque nuove rotatorie (oltre a quella storica del Cavallo rampante), il riassetto dell’entrata e dell’uscita dal grande magazzino Ramonda, il nuovo Tosano di via Colombaretta. Nel tratto da Tavernelle fino al confine con Montebello, con l’aggiunta di marciapiedi e di un tratto di ciclabile, si otterrà un’arteria quasi cittadina. Con un traffico che sarà obbligato ad evitare esagerate velocità, ma anche con innesti più ordinati.
In buona sostanza. Se altri ritardi non si accumuleranno, se i tempi di realizzazione delle nuove infrastrutture saranno confermati, solo nel 2025 Montecchio Maggiore vedrà raffreddarsi la febbre da “cantiere perenne”.
25 anni dunque (un quarto di secolo, ndr) per rivedere una viabilità normalizzata. E a quel punto tutti si augurano finalmente più razionale e meno caotica.
Maurizio Scalabrin
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