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ISRAELE. SCATENARE L’INFERNO

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Siamo stati svegliati, sabato 7 ottobre, da notizie drammatiche provenienti da Israele.
Le più importanti città sotto attacco missilistico. Ma non è una novità: lì ogni palazzo, ogni casa è dotata di bunker anti missile e spesso viene utilizzato. Si pensa che tutto rientrerà a breve. Invece arrivano immagini drammatiche di sparatorie vicino alla striscia di Gaza, morti e feriti per strada. A fine giornata la notizia e le immagini più drammatiche riguardano un rave party nel deserto, attaccato da miliziani, arrivati con strani deltaplani, che uccidono e rapiscono: 260 ragazzi morti!
Che si aggiungono a tanti altri nel resto del Paese, nei kibbutz intorno a Gaza, dove i soldati di Hamas arrivano e sparano. Il bilancio della giornata di sabato è drammatico, oltre 1000 morti. Altre immagini testimoniano una vera e propria mattanza di donne e bambini sorpresi nel sonno, scovati casa per casa e massacrati! Una vera oscenità. Ma ai morti israeliani si aggiungono altri morti, tanti, palestinesi, gente comune che ha solo la colpa di vivere in quell’area, controllata dai miliziani di Hamas, tenuta sotto scacco da Israele in attesa di una pace che non arriverà mai.
Per anni la questione palestinese-israeliana ha diviso l’opinione pubblica, ma sabato era difficile non schierarsi. Dispiace per il popolo palestinese che vive da occupato nelle terre che abita da sempre, ma non possiamo non indignarci di fronte ai massacri improvvisi e feroci di giovani, ignari di essere oggetto di attenzione di fanatici violenti e senza scrupoli.
Di giovani che forse sono i più vicini alla causa palestinese, che con le loro manifestazioni stavano mettendo in difficoltà il governo di Netanyahu. Che chiedevano a gran voce giustizia. Attenzione all’ambiente e basta guerre. Di famiglie che avevano scelto di vivere nei Kibbutz per sostenere l’aumento del costo della vita, gente normale e ancora una volta inconsapevole di quello che stava accadendo.
Si dice che si sia nel pieno di una terza guerra mondiale: è vero, il mondo è vittima di guerre diffuse, alimentate da atti terroristici iniziati nel 2001 con l’assalto alle Torri Gemelle, seguite da tanti altri attentati che creano instabilità, paura, incertezza, rafforzano le posizioni più integraliste, generano fughe, migrazioni… Ne usciremo?
No, finché il mondo resta avvolto nelle tenebre della prepotenza, dell’intolleranza, del fanatismo, dell’incomprensione.

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