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Ciclabili sicure, oppure solo chiacchiere

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Tutti d’accordo su questo punto, ma le sfumature sono tante.
C’è chi pratica l’uso della bicicletta per spostarsi all’interno del proprio quartiere, come regola, per abitudine, per tenersi in forma, per risparmiare denaro, per amore dell’ambiente, per comodità. C’è chi inneggia alla bicicletta per motivi ideologici, che poi non sempre corrispondono agli stili di vita praticati. Chi inforca la bici solo il fine settimana per fare sport, sulle strade e nel fuori strada.

A seconda del motivo e dell’uso che se ne fa, chi usa la bicicletta ha bisogno di strade adatte, praticabili e protette.
Le nostre città faticano ad adeguarsi. Gli amministratori tutti sanno che nel programma elettorale non possono non citare la bicicletta e le ciclabili. Sarebbero fuori moda. Ma nella realtà della pratica amministrativa pochi, pochissimi impostano una azione coerente con gli slogan.

Certo, le città italiane sono spesso con una urbanistica improbabile per una dimensione ciclistica. Pensiamo ai paesi abbarbicati su colline o montagne, oppure di origini antiche con viuzze strette, cunicoli, o quelli con tangenziali pensate per le auto.

Ecco, lo sviluppo urbanistico pensato per le auto, mal si confà ad una viabilità a misura di ciclista. Spesso troviamo pezzi di ciclabile protetta che improvvisamente si interrompe. Oppure si interseca con ciclabili miste, o a percorsi ciclabili appena indicati con segnaletica orizzontale, che per sua natura non è sempre ben visibile, spesso non è rispettata da auto, moto e furgoni. Insomma la viabilità per ciclisti non è mai continua, uniforme e protetta. E questo tipo di viabilità difficilmente stimola le persone adulte, meno che meno quelle anziane o i bambini.

Una nota a parte meritano quei percorsi che Province e Regioni propongono, finanziano e realizzano – ed enfatizzano – per scopi turistici. Una gran bella idea che può creare business turistico, promuove il territorio e magari fa crescere un’economia turistica green. Una buona cosa certamente.

Ma non sono una vera risposta alla necessità di ridurre l’inquinamento da traffico.

Quello si riduce solo creando all’interno dei quartieri percorsi completi, ordinati e sicuri. Utili sono le ciclabili che arrivano in piazza, che raggiungono le scuole, che ti permettono di andare al mercato rionale, alla posta, agli uffici comunali senza usare l’auto. Quelli si stimolano un uso continuo e diffuso della bici in sostituzione dell’auto. Ed è questo che chiediamo ai sindaci che davvero ci credono.

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