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BUONA PASQUA

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Ci si è chiesto come mai la Domenica delle Palme il Santo Padre Bergoglio non abbia pronunciato l’Omelia.

Subito si è pensato che stesse male, che non ce la facesse. Ma non è stato così. Lui è rimasto in silenzio, un lungo silenzio più forte di mille parole. Che cosa c’è da dire quando si legge la Passione di Gesù Cristo, del suo supplizio, della crudeltà dei suoi boia, dell’eccitazione della folla sempre desiderosa di sangue, dei pochi che ne hanno pena e tentano di aiutarlo? Non ci sono parole, ma solo dolore per quella sofferenza, la stessa di tanti che ancora oggi subiscono la cattiveria umana.

Gesù sulla via verso il Golgota è Aleksej Naval’nyj, torturato e ucciso nel carcere dove era detenuto per le sue idee in contrasto con il potere centrale, sono le persone trucidate, violentate, il 7 ottobre ad opera dei terroristi di Hamas, sono i bambini che muoiono di fame nella Striscia di Gaza, chi è stato falcidiato dalle raffiche di mitra in un teatro di Mosca senza avere il tempo di capire cosa stesse accadendo, sono le donne cui è negata dignità e libertà in Afghanistan. 

Papa Francesco non fa che chiedere la Pace, ma il mondo sembra non sentire. Lui, come Gesù, carica su di sé il peso dei nostri mali e imperterrito si fa portavoce di un’umanità più giusta, quella che non disconosce l’altro, che sa accogliere e aiutare. 

Quell’umanità che dovrebbe incontrare nell’altro Gesù risorto e amarlo come sé stesso. Difficile? Certamente! 

Intanto, però, la Pasqua torna ogni anno…

Rosanna Frizzo

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