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LR VICENZA. È DAVVERO “MANTOVA ULTIMA CHIAMATA” COME DICE LO STRISCIONE DELLA CURVA SUD?

Giacomelli

“Mantova ultima chiamata” dichiara uno striscione esposto dalla Curva Sud all’esterno dello Stadio Menti. È una minaccia o una semplice constatazione? Comunque sia, davvero questo confronto fra l’LR Vicenza e la capolista ha il valore di una partita-cardine del campionato per i biancorossi, anche se, forse, ormai il treno della promozione diretta l’hanno perso.
Si tratta di una gara decisiva perchè, se una vittoria per la squadra di Diana servirebbe a ridurre il distacco dal Mantova da 12 a 9 punti, che, comunque, resterebbero un divario difficilmente colmabile, un pareggio lascerebbe tutto come sta e, invece, una sconfitta sarebbe la mannaia definitiva per le speranze del Lane di tornare nei primi posti.
Battere il Mantova avrebbe, quindi, un valore più simbolico che concreto, servirebbe semmai a rendere più natalizio il rapporto con i tifosi e, magari, ad accrescere un po’ l’autostima per giocatori e tecnico. Quest’ultimo, in piena sintonia con ds e dg, durante la cena di Natale del Centro Coordinamento Club Biancorossi, ha detto che non è finita e che la squadra c’è e il match con la capolista sarà l’occasione per dimostrare che non si tratta solo di meri propositi. Certo che se, dopo aver dato queste assicurazioni, ci fosse un’altra prestazione di segno diverso, Diana e i suoi giocatori si esporrebbero a una figuraccia colossale.
Negli scontri diretti con Triestina e Padova, le rivali (o ex-rivali?) per la vittoria del campionato, il Vicenza ha giocato meglio che contro avversarie di rango più modesto, anche perchè non si è trovato davanti squadre arroccate nella propria metà campo ed ha potuto sviluppare, in una situazione tattica migliore, il suo non eccelso gioco.
Le partite con alabardati e biancoscudati si sono concluse con due pareggi. A Trieste i biancorossi non hanno sfruttato il vantaggio di giocare in undici contro dieci per tutto il secondo tempo, al Menti il Padova ha fatto poco per conquistare i tre punti ma, ciò non ostante, il Vicenza non è riuscito a centrare la vittoria.
Il pareggio è il risultato più probabile anche con il Mantova, che non ha alcun bisogno di forzare il match perchè ha un buon margine sulle immediate inseguitrici e, a maggior ragione, sul Vicenza e un punto, quindi, sarebbe realisticamente accettabile. Chi deve, invece, fare la partita, per tutti i motivi già elencati, è proprio la squadra biancorossa e questo imperativo la espone a qualche rischio in più rispetto all’avversario, che può, invece, permettersi un atteggiamento attendista.
Diana dovrà imporre ai suoi un match aggressivo, magari sbilanciando in avanti il fulcro del suo gioco e rischiando in conseguenza qualcosa sulle ripartenze del Mantova. E sappiamo che i biancorossi non sono molto a loro agio proprio in queste situazioni tattiche.
La capolista è una squadra che si è dimostrata di qualità partendo da un contesto complicato: retrocessa in D, è stata ripescata e la società è riuscita a costruire un’ossatura solida nell’area tecnica, in panchina e nella rosa. Per il ruolo di direttore sportivo è tornato Christian Botturi, che ha lavorato bene a Brescia e con la Pro Sesto, il nuovo allenatore è Davide Possanzini (ex attaccante, fra l’altro, di Sampdoria e Brescia) che, dopo essere stato a lungo il secondo di Roberto De Zerbi, ha esordito come primo allenatore nello scorso campionato a Brescia (subentrando a Pep Clotet) ma solo per poche giornate. La rosa (che ha un valore di 4 milioni di euro, circa la metà di quella del Vicenza) è stata praticamente rifatta senza spendere chissachè: il regista Burrai, l’ala Mensah e il portiere Festa sono arrivati a costo zero perchè svincolati dal Pordenone, come l’ex biancorosso Stefano Giacomelli (nella foto). Fra gli altri acquisti centrati ci sono quelli del 21enne centrocampista Simone Trimboli dalla Sampdoria, dell’attaccante Francesco Galuppini dal SudTirol e del difensore centrale Fabrizio Brignani dall’Olbia, che si è fatto notare anche come goleador visto che ha segnato già cinque reti.
Il Mantova è sfrecciato al primo posto inaspettatamente ma con merito: è il migliore del girone per punti conquistati (16, come Padova, Triestina e Giana), numero di vittorie (12), gol segnati (31) e per differenza reti (+19) ed è secondo per quelli subiti (12). Un rendimento da capolista, importante anche in trasferta visto che vanta 5 successi, un pareggio e un solo stop (nella partita a Trieste persa per 4-1 il 29 settembre) ed ha all’attivo 12 centri, il doppio di quelli al passivo. L’unica pecca è la mancanza di un bomber, perchè i migliori marcatori (Galuppini e Brignani) hanno firmato 5 gol a testa e gli altri 22 sono distribuiti fra ben 11 giocatori. Due centri sono il bottino di Stefano Giacomelli, che non ha assommato finora un gran minutaggio (395′ in 9 presenze) ma non ha perso la confidenza con il gol. Attenti all’ex, allora.

GIANNI POGGI

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