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VIRTUS VERONA, GIGI FRESCO E UNA STORIA CALCISTICA UNICA

Luigi Fresco

Nel 1921 nasce la Virtus Verona, un secolo di calcio sempre fra i Dilettanti fino alla stagione 2012-2013, che vede la Virtus per la prima volta in Lega Pro: vinti i play off di categoria, è ripescata in Seconda Divisione, dove però rimane per un solo campionato.
Nel mitico stadio Marcantonio Bentegodi, la terza squadra veronese è riuscita a giocare una sola volta, il 6 aprile 2014, nel match di terza divisione contro l’Alessandria. Per il resto di quel campionato di Lega Pro ha dovuto giocare in provincia, a Legnano, perché ha una capienza di appena 1.200 posti (e quindi non è omologato per la categoria) il campo di Borgo Venezia, all’interno del Centro sportivo cointestato a Sinibaldo Nocini.
Nocini è una figura determinante nella storia rossoblu. Socio dal 1957 e presidente per vent’anni (1961-1981), si occupa personalmente della gestione della prima squadra. A lui si deve la prima scalata nel calcio dilettantistico veronese, dalla Terza alla Prima categoria in rapida successione. Il suo ruolo di manager e tecnico è lo schema a cui si rifà il secondo personaggio centrale della vicenda sportiva della Virtus: Luigi Fresco (nella foto).
Il profilo di Fresco è assolutamente unico nel calcio italiano, intanto perché riveste il doppio ruolo di presidente e allenatore della prima squadra e, poi, perchè regge le due mansioni senza interruzione da ben 41 anni.
Nato il 4 aprile del 1961, Fresco gioca dall’età di otto anni in rossoblu. Incasella per la prima volta il proprio nome nelle due caselle dell’organigramma nel 1982, quando ha appena 21 anni, succedendo all’altro grande presidente Nocini. Quarantuno stagioni sportive consecutive alla guida della gestione societaria e tecnica della Virtus, che porta dalla Prima Categoria alla Serie C scalando ben cinque serie.
I suoi meriti tecnici e gestionali sono indiscutibili. Solo lui è riuscito a portare due volte fra i professionisti la terza società di una media città come Verona. È l’allenatore italiano che da più tempo siede sulla stessa panchina, ha ottenuto complessivamente 7 promozioni di cui 2 dalla D alla C.
Le sue doti tecniche e organizzative si riscontrano sia a livello di organigramma, dove riesce sempre a inserire ottimi collaboratori, sia di organico, visto che è un valido talent scout (Andrea Nalini è il giocatore più famoso che ha lanciato).
Sotto la guida di Fresco la Virtus è diventata una società modello. Fa parte di una polisportiva che comprende anche una seconda squadra ed ha un eccellente settore giovanile. Ma non c’è solo il calcio, c’è anche un importante profilo sociale. La onlus Vita Virtus, controllata dal club, si occupa dell’inserimento dei migranti ed è specializzata anche in attività per giovani e bambini. Alcuni degli stranieri assistiti trova spazio anche in campo. È il caso di Sibi Sheik, il portiere della Virtus, che proviene del Gambia ed è arrivato in Italia a bordo di un barcone. È stato titolare nel campionato della promozione e lo è anche in serie C.
La tifoseria della Virtus è dichiaratamente anti-razzista ed è gemellata con altri storici gruppi ultras di sinistra come l’Olympique Marsiglia e il Livorno.  Anche questa è una peculiarità che la distingue nettamente da quella dell’Hellas, che passa per essere invece una di quelle più a destra e razziste d’Italia. La società stessa passa per essere di sinistra e non potrebbe essere che così: Fresco ammette la propria militanza progressista, anche se, qualche anno fa, è stato in lista con Tosi («è un amico della Virtus» si giustifica).

GIANNI POGGI

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