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SCONTRI FRA POLIZIA E CENTRI SOCIALI IN FIERA A VICENZA

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La manifestazione contro la presenza di espositori israeliani a Vicenzaoro Januray, la fiera dell’oreficeria e del gioiello inaugurata venerdì 19 gennaio nei padiglioni in Zona Industriale, è degenerata in scontri con le forze dell’ordine che controllavano lo svolgimento del corteo organizzato dal centro sociale vicentino Bocciodromo con la partecipazione di altri centri del Nordest.
I circa 700 partecipanti hanno lasciato il percorso approvato dalla Questura e tentato di raggiungere il quartiere fieristico. Inevitabile la risposta delle forze dell’ordine che, in tenuta antisommossa, hanno respinto il corteo con una carica di alleggerimento a cui hanno replicato con azioni violente i manifestanti. La dinamica degli scontri è ricostruita nel comunicato della Questura di Vicenza: “nonostante le prescrizioni impartite a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica, i dimostranti, in numero di circa 700, hanno deviato dal percorso prescritto, dirigendosi volutamente contro il dispositivo delle forze dell’ordine, cercando di forzare il cordone di polizia. E’ stato quindi necessario respingerli più volte, tanto da rendere poi opportuno l’ausilio dell’idrante, riuscendo definitivamente a disperderli, evitando ulteriori scontri fisici. Nel frangente, ben dieci appartenenti alla Polizia di Stato (9 del Reparto Mobile di Padova ed 1 della Digos di Venezia) sono stati lievemente feriti, facendo ricorso a cure mediche. Cinque dimostranti sono stati immediatamente identificati sul posto ed insieme a numerosi altri, al termine del lavoro dei competenti uffici investigativi, saranno a breve denunciati all’Autorità Giudiziaria”.
La svolta violenta è stata condannata unanimemente. Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai ha pubblicato una nota: “non esiste giustificazione alcuna per le scene che abbiamo visto questa mattina in strada dell’Arsenale. Il diritto di manifestare è sacro e tutelato dalla Costituzione, ma chi scende in piazza con i bastoni e il viso coperto va contro l’eredità dei padri costituenti che hanno voluto scrivere quell’articolo dopo gli anni più bui della storia del nostro Paese. E non fa torto solamente quelle righe della nostra Carta, ma fa anche male alla causa che dice di sostenere: è una contraddizione in termini chiedere la pace e il cessate il fuoco manifestando con violenza. Ottenendo tra l’altro l’effetto di allontanare ancora di più l’attenzione dal merito su quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza e quella della città agli agenti della Polizia di Stato rimasti feriti e contusi negli scontri di questa mattina ed esprimere il mio ringraziamento alla Prefettura, alla Questura e alle forze dell’ordine per il lavoro di queste ore”.
Netta anche la censura dei consiglieri comunali del Gruppo Civici con Possamai: “la pace si costruisce con la democrazia e il dialogo, non con la violenza. Se manifestare è un diritto fondamentale della nostra democrazia, in cui crediamo fermamente, è però inaccettabile che diventi una forma di violenza e prevaricazione sull’altro. Questa è la sfida grande di questo tempo e vale anche e soprattutto per chi chiede con radicalità giustizia sociale. Per poter cambiare e agire per la pace è allora importante che ciascuno prenda coscienza del contributo personale che può dare quando emergono comportamenti prevaricanti, violenti o aggressivi. Condanniamo con fermezza l’attacco di oggi avvenuto in Via dell’Arsenale e ci uniamo a chi si spende per una risoluzione di ogni conflitto in maniera pacifica secondo i dettami della democrazia, del diritto, della nonviolenza”.
L’on. Silvio Giovine (FDI) ha dichiarato: “totale solidarietà di Fratelli d’Italia ai ragazzi in divisa: una settimana, quella di Vicenzaoro, in cui le forze dell’ordine sono già chiamate a sforzi fuori dall’ordinario per assicurare la buona riuscita di un evento che mostra Vicenza al mondo e che non meritava uno scenario simile. Temevamo potesse accadere, e purtroppo è accaduto. Una manifestazione che già dal suo annuncio evidenziava tutta l’ignoranza, l’arroganza, la violenza, l’antisemitismo, il razzismo di queste persone che oggi, ricordiamolo, stanno manifestando contro la semplice presenza di espositori israeliani in fiera. È il momento di dire basta! Questa gentaglia, questi teppisti, questi delinquenti devono essere assicurati alla giustizia e soprattutto, cacciati da uno spazio pubblico che il comune dovrebbe invece affidare ad associazioni che hanno veramente a cuore Vicenza e i vicentini”.
Il capogruppo della Lega in Consiglio comunale ha scritto in un comunicato: “nel secondo giorno della fiera dell’oro la città è costretta ad assistere a quella che, da manifestazione pacifica che doveva essere, si è trasformata in una protesta sovversiva provocando un danno di immagine rilevante per tutta la città. È inammissibile che chi gestisce spazi pubblici pagati dai contribuenti vicentini, al posto di portare un valore aggiunto alla comunità come sarebbe normale, passi il tempo ad organizzare manifestazioni sovversive che in nome dell’intolleranza ideologica agitano scontri, disagi e feriti. Negli scorsi giorni da Capogruppo della Lega in Consiglio comunale avevo già denunciato l’inaccettabilità dei proclami e delle parole utilizzate dal centro sociale Bocciodromo in merito alla vicenda. Ora il Sindaco e la maggioranza di centrosinistra, che spesso è risultata vicina e frequentatrice del Bocciodromo, chiarisca immediatamente la sua posizione e adotti azioni concrete affinché Vicenza non debba più assistere a tutto questo, togliendo la concessione degli spazi di via Rossi da cui la manifestazione violenta in oggetto è partita. Un atto dovuto nel rispetto degli imprenditori e dei vicentini che in questa città hanno bisogno di lavorare più che di assistere alle proteste illogiche e ideologiche.”
Nel pomeriggio, poi, si è svolta un’ulteriore manifestazione (nella foto di Gianni Poggi) delle comunità palestinesi per la pace in Medioriente, a cui hanno partecipato circa 4000 persone. Questo corteo si è tenuto pacificamente e restando a distanza dal plesso fieristico.

GIANNI POGGI


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