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SANREMO: IL FESTIVAL DEI GIOVANI, DEI MENO GIOVANI E DELLE POLEMICHE.

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Sanremo si ama! Quante volte abbiamo sentito Amadeus ripetere questa frase! Uno spot che doveva attirare l’attenzione del pubblico e che si è rivelato azzeccato, ma anche una verità. Il festival della canzone italiana sembra essere molto amato, visto quanto è stato seguito. Raggiungere share di ascolto oltre il 60% non è cosa da poco. Un consenso quasi “bulgaro”. E non si creda molto a chi ripete che non ha visto Sanremo, perché anche se non ci si è messi fisicamente davanti al televisore, a far vedere pezzi di trasmissione, a far sentire i cantanti in gara ci hanno pensato i social in continuazione.
Ma perché piace, perché una gara canora riesce ad attirare così tanti ascolti? La formula dell’edizione appena conclusa è stata forse la più semplice: 30 cantanti, tanti, e tempi lunghi, dunque, per spendere meno in cachet per ospiti stranieri ma anche tanta varietà di proposte con giovani rapper, talentuosi, e anziani scatenati, vogliosi di dimostrare che il tempo non è passato.
Così a guardare il festival ci sono stati un po’ tutti. Sorpresi dalla forza di donne che, nonostante gli anni, sono ancora in grado di ballare e far ballare, stupiti che il panorama musicale più giovane sia tanto variegato, ma anche tanto interessante da seguire.
Il Festival di Sanremo si vive tutto d’un fiato, travolti dal turbinio di notizie, pettegolezzi e immagini, luci, effetti speciali. In attesa della serata finale per vivere l’emozione della proclamazione del vincitore. E poi, dopo nottate trascorse a mandare il nostro voto o a condividere messaggi social e commenti su look e performance, il lunedì si è già dimenticato tutto.
Restano le canzoni riproposte dalle radio, quei ritmi che ci accompagneranno fino al prossimo tormentone.
E naturalmente restano le polemiche dal sapore politico. Perché un “cantante deve solo cantare”, non importa che la sua canzone abbia un testo impegnato e lui si senta in dovere di lanciare un messaggio di pace o di solidarietà. Se poi non è proprio italiano doc, la cosa si fa ancora più grave. Che tristezza assistere a tali polemiche!
Comunque al di là dei battibecchi di partito, risulta chiaro, e forse se ne dovrebbe tenere conto di più, che c’è un’Italia che ascolta musica e canta lontana dall’immagine che si vuol trasmettere attraverso i media ufficiali. Ragazzi e ragazze aperti al mondo, fluidi, in crisi sempre, ma convinti che un mondo migliore sia possibile.

Rosanna Frizzo

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