A mezzogiorno di venerdì 17 gennaio il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (foto di Gianni Poggi) ha tagliato il nastro della inaugurazione di Vicenzaoro January, la prima fiera orafa dell’anno nel calendario internazionale che presenta la produzione di 1.300 espositori nei settori dell’oro e del gioiello fino a martedì 21.
La cerimonia inaugurale si è tenuta nel Teatro Palladio del quartiere fieristico. Dopo i saluti di Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group e di Luca Zaia, del sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e di Andrea Nardin, presidente della Provincia, del tema dell’incontro (Made in Italy e la sua tutela) hanno discusso il viceministro per le Imprese e il Made in Italy Valentino Valentini, Claudia Piaserico, in rappresentanza di tutte le associazioni nazionali del settore orafo, Matteo Zoppas, presidente ICE Agenzia e il generale Bruno Bartoloni, comandante del Comando Tutela Economia e Finanza Guardia di Finanza.
In platea erano presenti politici e amministratori, fra cui la senatrice Daniela Sbrollini e gli onorevoli Maria Cristina Caretta e Silvio Giovine, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti e la consigliera regionale Chiara Luisetto. Una rappresentanza tutto sommato inferiore alle aspettative e alle presenze nelle precedenti edizioni.
Prima della inaugurazione Luca Zaia è stato protagonista di un punto stampa inconsuetamente sintetico e veloce, nel corso del quale il presidente, apparso visibilmente innervosito, ha bloccato le domande dei giornalisti sul consiglio federale della Lega di ieri, dicendo che avrebbe risposto solo a quesiti sulla fiera orafa. Durante l’incontro, poi, Zaia risposto al conduttore che gli chiedeva se, in futuro, continuerà a guidare l’economia del Veneto, con una battuta: “mi sfamerò” ha detto il presidente, in polemica con il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, che, ad Agorà su Rai3, aveva dichiarato “troveremo il modo di sfamarlo” riferendosi al no al terzo mandato.
Gli espositori di Vicenzaoro January sono 1300 (con il 60% di brand italiani e il 40% esteri da 30 Paesi, prevalentemente da Turchia, Hong Kong, India, Thailandia, Germania) e molti altri non sono sono stati inseriti a causa dell’insufficienza di stand. La presenza dei buyer registrati e provenienti da 72 paesi ammonta quasi a 600 e il loro numero dovrebbe accrescersi nel corso dei cinque giorni del salone.
GIANNI POGGI
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