
VICENZA JAZZ 2025. GIORNO 9. MEZZANOTTE NEL GIARDINO DEL BENE E DEL MALE
La notte è nera come polvere di carbone, e il cimitero è silenzioso, troppo silenzioso, come se il mondo stesse trattenendo il fiato, in attesa
Ogni festival ha un direttore artistico. Il suo ruolo non è solo scegliere gli artisti in programma, è molto di più. Il direttore artistico è uno che ruba frammenti di sogni dalla strada e li cuce insieme con ago e filo di pura ostinazione. Cammina tra le macerie di idee altrui, annusa l’aria come un cane randagio, cercando quel lampo, quel guizzo che trasforma una tela vuota, un palco spoglio o una pagina bianca in qualcosa che ti spacca il petto. Combatte con le agenzie che vogliono tutto quadrato, con gli artisti che si perdono nei loro ego, con il tempo che gli morde i calcagni e col budget, coi biglietti, con il maltempo, con chissà cos’altro Dio vuole succeda. Il direttore artistico sceglie i colori, le note, le parole, ma non è solo un selezionatore: è un profeta che vede il quadro finito prima ancora che il pennello tocchi la tela.
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