I ragazzi attendono con ansia l’arrivo delle vacanze estive, il tempo del riposo, del dolce far niente, delle avventure, della villeggiatura. Non è lo stesso per i genitori che lavorano e che, una volta chiuse le scuole, devono provvedere alla sistemazione dei figli che, non andando a scuola e non potendo restare a casa da soli, devono essere collocati da qualche parte.
I nonni poi sono ancora giovani e lavorano per cui si deve ricorrere ad altri espedienti.
E allora le vacanze si trasformano in una corsa a trovare il Cento Estivo più vicino e conveniente.
E per fortuna che ci sono! Altrimenti uno dei genitori dovrebbe prendere aspettativa, se non si vuole lasciare i figli in balia di se stessi, a casa da soli.
Un tempo, quando le mamme facevano le casalinghe e stavano a casa ad accudire i figli, le vacanze erano veramente vacanze. Le mamme vigilavano sul tempo del dolce far niente dei figli. Oggi non si può più e così si affidano i ragazzi alla società sportiva che organizza il campo estivo, alla piscina che offre il blue camp, a centri parrocchiali, alle settimane intensive di tennis, di calcio… Insomma un proliferare di occasioni, belle e interessanti, purtroppo costose.
Si organizzano gruppi di solidarietà tra genitori che si alternano nella gestione delle mattinate e dei pomeriggi di vacanza. Addirittura si organizzano case vacanze dove sistemare i figli per qualche tempo, in attesa di agosto quando le aziende chiudono.
Le vacanze non sono più un momento di relax, di divertimento e serenità. Le vacanze per alcune famiglie sono un vero incubo: corse frenetiche ad organizzare tempi e spazi, e denaro che se ne va, perché i centri estivi, anche quelli parrocchiali costano, come pure tutte le iniziative, anche quelle comunali.
Quali soluzioni? Una, la più giusta: mantenere le scuole aperte per offrire, a chi non ha altre possibilità, di tenere i ragazzi al sicuro in uno spazio protetto e organizzato. E’ evidente che si parla di soluzioni per la scuola primaria e secondaria di primo grado. I più grandi possono cominciare a vivere il loro tempo vuoto da impegni scolastici in autonomia. Ma anche per loro la scuola sempre aperta sarebbe un’ottima occasione per studiare insieme, per cimentarsi in nuove attività.
Scuole sempre aperte, accoglienti che veramente incidano sulla crescita di un giovane. Sarà mai possibile? Se si vuole è possibile, ma bisogna investire in strutture e personale. Tutto ciò richiede capacità organizzative e progettuali, che ogni singola scuola dovrebbe attuare. Ci sarà mai questa volontà?
E poi bisognerebbe modificare il sistema vacanze: tre mesi ininterrotti sono troppi, meglio interrompere e distribuire nel corso dell’anno, in accordo con aziende e amministrazioni. Nel frattempo bisognerebbe adeguare le scuole anche in termini di benessere. Le nostre scuole mancano completamente di sistemi di condizionamento, mancano spesso di spazi verdi, di strutture per l’attività sportiva. Il PNRR è andato nella direzione di una scuola all’altezza dei tempi che cambiano e di un’utenza che esprime nuovi bisogni?
Rosanna Frizzo