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TEATRO OLIMPICO. IL 5 E IL 6 OTTOBRE DUE APPUNTAMENTI DEL 77° CICLO DI SPETTACOLI CLASSICI

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Comunicato stampa del Teatro Olimpico

Si dice Oreste. Anzi, in dialetto lombardo: s-dis-Orè. Ovvero l’Orestea riscritta da uno dei maggiori autori del Novecento, Giovanni Testori, interpretata da un corpo-voce del nuovo Millennio: Evelina Rosselli (nella foto), co-fondatrice insieme a Caterina Rossi di Gruppo UROR, che ne firma la regia.
Al 77° Ciclo di Spettacoli Classici diretto da Ermanna Montanari e Marco Martinelli debutta in Prima Assoluta “sdisOrè” di Evelina Rosselli, in scena il 5 ottobre alle ore 21 al Teatro Olimpico di Vicenza.
La potenza della lingua di Testori – una lingua spietata, provocatrice, assetata e affilata – è la chiave per un’Orestea completamente capovolta, orrorifica, dai toni dissacranti, erotici, crudi e ironici, che vede in scena una sola attrice nella funzione di narratore e incarnazione di quattro maschere che sembrano fatte di pelle umana.
Esoscheletri di insetti, marionette disperate, maschere rivoltanti e grottesche, indossate da Evelina Rosselli per ridare vita a Elettra, Oreste, Egisto, Clitemnestra, trasmutando di volta in volta la propria voce per indagare quattro universi sonori completamente differenti.
Con “sdisOrè” Gruppo Uror prosegue la propria ricerca nella dimensione onirica e nel perturbante, negli arcani racchiusi nel mito che conservano un forte legame con le forme della violenza contemporanea.
Il 6 ottobre alle ore 17 il Festival uscirà dal Teatro per andare ad abitare la Basilica Palladiana con la seconda delle chiamate pubbliche previste, costruita sul concetto rituale di festa.
“FESTA SILENZIO Azione di improvvisazione creativa per una comunità di performer” è infatti il titolo del progetto curato da Francesco Giomi, compositore, performer, regista del suono e docente di musica elettronica, nonché direttore di Tempo Reale, il centro fiorentino di ricerca, produzione e didattica musicale.
La performance sarà la restituzione di un laboratorio che si svolgerà nei giorni precedenti con il coinvolgimento di musicisti del territorio vicentino, di qualsiasi formazione e ambito di provenienza, che alla Basilica si esibiranno in una serie di improvvisazioni attorno a un “rito-partitura” prestabilito.

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