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TEATRO COMUNALE DI VICENZA. IL 14 E IL 15 GENNAIO “LA GRANDE MAGIA” DI DE FILIPPO CON NATALINO BALASSO

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Un grande classico rivisitato, per aprire la Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza nel nuovo anno: martedì 14 e mercoledì 15 gennaio in Sala Maggiore è in programma “La Grande Magia” di Eduardo De Filippo, con Natalino Balasso e Michele Di Mauro. Gabriele Russo dirige questa opera straordinaria “fra tutte, quella più complessa e necessaria per i temi che affronta, per le relazioni che propone. Una commedia squilibrata, sospesa e caotica come il tempo in cui viviamo”. Si tratta di un lavoro tra i meno conosciuti dell’artista napoletano, che “usa la tradizione come trampolino”, un omaggio alla finzione e all’illusione che esalta i ruoli dei personaggi (e il linguaggio della convenzione). È una prova assoluta di grande teatro, questa nuova versione del lavoro di Eduardo prodotto dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.
Nelle due date dello spettacolo al Teatro Comunale di Vicenza si svolgerà l’Incontro a teatro al Ridotto, per presentare al pubblico la genesi di questa importante commedia di Eduardo dai tratti pirandelliani, con la storia tormentata della sua prima messa in scena e le interruzioni dovute alla malattia di Titina De Filippo, per tracciare un’analisi degli importanti temi che affronta, quasi un’anticipazione del teatro dell’assurdo. A condurre gli incontri nelle due serate saranno, martedì 14 gennaio alle ore 20, il giornalista del Giornale di Vicenza Lorenzo Parolin, e mercoledì 15 gennaio alle ore 20 il giornalista e scrittore Antonio Di Lorenzo.
La vicenda: Calogero Di Spelta (Natalino Balasso), marito tradito, con la sua mania per il controllo e la sua incapacità di amare e fidarsi, diventa uno specchio delle sfide e delle difficoltà dell’uomo contemporaneo nell’ambito delle relazioni. Un uomo mosso da un sentimento ossessivo, smarrito in un mondo che sembra altrettanto confuso, con la costante esigenza di aggrapparsi a certezze granitiche, a costo di rinchiuderle simbolicamente in una scatola. Un luogo chiuso interpretato da Di Spelta come luogo sicuro, una seconda prigione come soluzione per la sua relazione, per sconfiggere le proprie paure, le proprie incertezze e le ossessioni che permeano la nostra società moderna.
Dall’altro lato, Otto Marvuglia (Michele di Mauro), mago e manipolatore, personaggio meno “dolce” in scrittura di quanto non lo sia in scena quando ammorbidito dall’interpretazione dallo stesso Eduardo. Il Marvuglia/illusione, il Marvuglia/realtà, il Marvuglia/impostore sono le facce sempre diverse ed interscambiabili che modificano il contesto e la percezione della realtà di Calogero Di Spelta, ne consegue un continuo cortocircuito che confonde il piano dell’illusione con quello della realtà, destabilizzando i personaggi stessi e gli spettatori.

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