
INSIEME PER VICENZA. L’EX CENTRALE DEL LATTE? ABBANDONATA COME IL PARCO DELLA PACE
Il 15 marzo nel piazzale antistante la ex Centrale del latte, nel quartiere di san Bortolo, i consiglieri comunali di Insieme per Vicenza Stefano Notarangelo
Lunedì 21 luglio 2022 resterà negli annali vicentini come data della prima concreta comparsa nella vita della città della TAV/TAC. E sarà una comparsa davvero traumatica per i vicentini e per i turisti della patria del Palladio.
In una conferenza stampa convocata a Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, Elisa De Berti vicepresidente della Regione del Veneto e assessore a Infrastrutture e Trasporti, ha reso note uelle che cripticamente l’invito spedito ai media definisce “le modifiche all’offerta ferroviaria che dal 31 luglio al 20 agosto interesseranno le linee Verona–Vicenza-Grisignano di Zocco per consentire l’esecuzione dei lavori del cantiere Alta Velocità Alta Capacità tra Padova e Brescia”.
“Le modifiche all’offerta ferroviaria” non sono, come magari si potrebbe supporre dalla espressione usata, novità su tariffe, orari o percorrenze bensì l’eufemismo che nasconde fino all’ultimo un impattante (per non dire altro) sconvolgimento del traffico ferroviario: Vicenza sarà isolata per tre settimane dalla rete su rotaie, nessun treno arriverà o partirà dalla stazione di viale Roma non solo sulle direttrici da e per Verona e Padova ma anche sulle linee per Schio e Treviso.
Il posto di locomotori e vagoni sarà preso da tanti, belli e poco inquinanti bus che porteranno avanti e indrè i passeggeri da Vicenza alle stazioni in cui potranno essere ri-imbarcati sui treni o in cui erano fissate le mete finali delle corse cancellate. Il disagio è enorme, soprattutto per i pendolari e i lavoratori, costretti ad allungare, sia chilometricamente che temporalmente, i loro viaggi o ad arrangiarsi con mezzi propri.
Il bello è che l’assessore De Berti ha ritenuto di annunciare la “modifica all’offerta ferroviaria” a Verona anzichè, come sarebbe stato ovvio e rispettoso, a Vicenza. E non solo: alla conferenza stampa non era presente neanche un rappresentante della comunità berica. C’era, invece, l’Assessore alla Mobilità del Comune di Verona, Tommaso Ferrari. Appunto…
Cosa succederà, in pratica? Trenta minuti dopo l’inizio del 31 luglio e fino alle 6 del 20 agosto ci sarà l’interruzione continuativa della linea Verona Porta Nuova–Vicenza, che comporterà variazioni di percorso, limitazioni, cancellazioni e la contestuale sospensione della circolazione tra Vicenza e Schio e Vicenza e Cittadella.
I lavori interesseranno il tratto tra Verona e Vicenza, su cui saranno realizzati, per complessivi 7 chilometri, i nuovi segmenti della linea ferroviaria esistente. Si tratta del 1° Lotto Funzionale “Verona–Bivio Vicenza”, di competenza di RFI (società del Gruppo FS Italiane) e del general contractor Iricav Due. La direzione dei lavori spetta ad Italferr.
Il sito di Trenitalia precisa percorsi, mezzi e orari delle alternative ai treni nelle tre settimane di blocco traffico. Per andare da Vicenza a Verona, ad esempio, si potrà usare solo il bus (due ore di viaggio) mentre sarà ben più complicato raggiungere Venezia: autobus fino a Grisignano (40 minuti) e lì si sale sul treno Regionale fino a Venezia (altre due ore). Identico il viaggio per Padova: Vicenza-Grisignano in bus poi treno (70 minuti di viaggio). Incredibile la durata dei viaggi a Schio e a Treviso: per arrivare in autobus nel primo centro servirà un’ora e 24 minuti e, per raggiungere Treviso, quasi due ore, ripartite in 50 minuti di bus fino a Cittadella e il resto in treno.
I treni dell’Alta Velocità (definizione a questo punto ridicola) saranno deviati a Bologna e le percorrenze subiranno aumenti di durata da 90 a 120 minuti.
GIANNI POGGI
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