
LR VICENZA. A LECCO SENZA RONALDO MA CON L’OBBIETTIVO DI NON PERDERE PIÙ TERRENO
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La premessa è la nota di Italia Nostra, pubblicata la settimana scorsa sulla pagina Facebook della Sezione di Vicenza: “il TAR Lazio con la sentenza n. 15136 pubblicata il 24 luglio scorso ha in parte accolto il ricorso presentato da Italia Nostra col quale era stato chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Commissario straordinario di Governo che aveva approvato il progetto definitivo del 2° lotto “Attraversamento di Vicenza” della linea di Alta Velocità da Verona a Padova. Il Tribunale romano ha ritenuto fondato il ricorso di Italia Nostra nella parte in cui rileva che il progetto definitivo non era legittimo, così come approvato, poiché non era stata effettuata una nuova valutazione di impatto ambientale in relazione all’ampliamento, rispetto al progetto preliminare, della portata del bacino di laminazione del torrente Onte, di cui era stata prevista la realizzazione per evitare alluvioni e dissesti idrogeologici a causa del forte impatto dell’opera ferroviaria sul territorio da essa attraversato. Grazie all’iniziativa giudiziaria di Italia Nostra è stato pertanto evitato che la TAV venisse realizzata nel territorio vicentino senza una idonea valutazione tecnica circa la portata del bacino ampliato, e la sua incidenza sull’ambiente e sul paesaggio, valutazione indispensabile per evitare gravi rischi e danni futuri. In conseguenza dell’annullamento dell’ordinanza del Commissario ora dovrà essere svolta presso il Ministero dell’Ambiente una nuova istruttoria per effettuare una approfondita valutazione sull’impatto della TAV rispetto al bacino del torrente Onte e alle aree limitrofe, e solo al termine di tale istruttoria, con possibilità di presentare eventuali osservazioni da parte dei soggetti interessati, potrà eventualmente essere nuovamente approvato dal Commissario il progetto definitivo, purchè sussistano tutti i presupposti prescritti dalla legge sugli appalti per poterlo approvare”.
Sabato 27 luglio il Giornale di Vicenza ha pubblicato, nella pagina delle Lettere al direttore, alcune precisazioni della presidentessa Maria Grazia Pegoraro: “Caro direttore, dopo aver letto il commento di Nicola Negrin alla sentenza del Tar Lazio sul progetto Tav a Vicenza (sul GdV di oggi 25.7.2024) ritengo utile ma anche necessario offrire alcune precisazioni.1) La sentenza del Tar Lazio non determina un pericolo per la sicurezza dei cittadini di Vicenza con pesanti ripercussioni per il suo territorio, come viene affermato dall’articolista. Al contrario, imponendo di procedere alla valutazione di impatto ambientale, dal momento che tale valutazione non è stata effettuata compiutamente sul progetto di realizzazione del bacino di laminazione del torrente Onte, consente di individuare le misure idonee a evitare possibili danni da alluvioni e da dissesti idrogeologici in conseguenza del pesante impatto ambientale e paesaggistico che avrà la Tav, come ammettono pacificamente le stesse relazioni tecniche allegate al progetto definitivo. 2) Non è stato mancato l’obiettivo principale di Italia Nostra, quello di fermare questo progetto definitivo, dal momento che a seguito della sentenza non ci potrà essere una gestione “a doppia velocità” del progetto, con i cantieri della ferrovia aperti e quello del bacino di laminazione fermo. Tanto più che non potrà essere realizzata la tratta ferroviaria di Vicenza prima di realizzare il bacino di laminazione sull’Onte. Solo dopo il completamento dell’intero iter di valutazione di impatto ambientale sul progetto del bacino di laminazione, il progetto definitivo della Tav potrà essere nuovamente approvato, poiché solo in tal caso sarà completo ed esaustivo come prescrive la legge sugli appalti. 3) Tra gli altri motivi del ricorso non accolti, in particolare, ci sono proprio quelli relativi alla tutela e sicurezza per la salute dei cittadini di Vicenza, pertanto non si tratta di “opposizioni che lasciano il tempo che trovano” come scritto nell’articolo sopra richiamato. Rispetto a questi motivi il Tar Lazio non ha ritenuto di condividere i rilievi di illegittimità del progetto definitivo sollevati da Italia Nostra a fronte di dati documentati provenienti da Enti pubblici, come Arpav e Comune di Vicenza, e acquisiti in giudizio. I dati di Arpav evidenziano l’imminenza di un grave pericolo per la salute dei vicentini qualora venissero aperti per dieci anni, come previsto, i cantieri della Tav. In particolare, è previsto un sicuro aumento delle polveri sottili (Pm 10 e Pm 2,5) per le quali gli elaborati del progetto definitivo ammettono che ci sarà un notevole superamento dei livelli di concentrazione che già nei primi mesi di quest’anno sono andati oltre i limiti di legge. Ciò significa esporre nei prossimi anni i vicentini al pericolo di gravi patologie cardiovascolari e a tumori in conseguenza dei cantieri Tav. Inoltre è molto probabile il rischio di diffusione della contaminazioni da Pfas delle falde della Città di Vicenza a seguito dei cantieri Tav, poiché già da dieci anni è stata rilevata dal Comune di Vicenza la presenza di Pfas nella zona Ovest, che sarà attraversata dalla tratta ferroviaria del 2° lotto secondo il progetto approvato. Con probabili gravissime conseguenze sanitarie per la popolazione anche in tal caso. 4) I contorni dell’assurdo rischiano di essere assunti da questo progetto Tav poiché si corre il grave pericolo di esporre gli abitanti di Vicenza a probabili danni alla salute in conseguenza dei cantieri per realizzare due binari dell’alta velocità solo fino alla stazione di Vicenza, come prevede il progetto”.
GIANNI POGGI
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