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SOVIZZO. UNA INTERROGAZIONE DEL CAPOGRUPPO DI OPPOSIZIONE NOSTRALI METTE IN CRISI IL PROGETTO DEL SINDACO FORLIN SULLA CASA DELLA VEGGENTE DI MONTE BERICO

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Una interrogazione presentata dall’opposizione e al punto 1 dell’ODG del Consiglio comunale del 31 ottobre ha incrinato le prospettive di una operazione turistico religiosa lanciata dal Comune e centrata sulla figura della beata Vincenza Pasini, la veggente nata a Sovizzo a cui apparve due volte (nel 1426 e nel 1428) la Madonna a Monte Berico.
Nel marzo del 2023 il sindaco pre-fusione Paolo Garbin annunciò che il Comune aveva acquistato per 160.000 euro una casa del paese in cui, secondo la leggenda popolare, avrebbe abitato donna Vincenza, con la intenzione di ristrutturarla e “crearvi un’area museale, dotare il luogo di bar, servizi igienici e di una sala”. “Vorremmo utilizzare – aggiunse il Sindaco – la tecnologia con filmati tridimensionali in modo da essere immersi nella quotidianità dell’epoca”. E, infatti, il Comune commissionò addirittura un docufilm (di cui nulla più si sa) per raccontare la vita sovizzese di donna Vincenza.
La iniziativa aveva palesemente l’obbiettivo di legare il paese all’Anno Giubilare del 2026, in cui il Santuario di Monte Berico di Vicenza festeggerà il seicentesimo anniversario della prima apparizione, per agganciare la grossa opportunità di convogliare a Sovizzo almeno una parte dei milioni di fedeli-turisti che arriveranno a Vicenza.
La interrogazione presentata dal consigliere ed ex candidato sindaco Luciano Nostrali, capogruppo della lista “Un paese in Comune”, con l’eloquente titolo “veridicità storica della casa di donna Vincenza Pasini” ha fatto venire a galla le forzature il percorso che sta seguendo la nuova amministrazione del sindaco Matteo Forlin, che ha ereditato il progetto.
Di donna Vincenza non si sa praticamente nulla e l’unico dato storico è la sua nascita nel 1356 a Sovizzo, in cui avrebbe vissuto parte della sua vita per poi trasferirsi in città dopo il matrimonio. Tutta la narrazione su cui si basa il progetto del Comune è, quindi, basata esclusivamente sulla tradizione orale e popolare, anche per quanto riguarda la effettiva residenza della veggente nella casa acquistata dal Comune.
Vincenza Pasini entra nella storia solo nel 1426, quando racconta al podestà di Vicenza di aver visto la Madonna mentre portava la colazione al marito vignaiuolo al lavoro sul colle e riferisce la proposta della Vergine: se i vicentini costruiranno una chiesa nel punto dell’apparizione, lei terrà immune la città dalla peste. I reggenti non danno seguito a donna Vincenza e nemmeno alla Madonna, l’epidemia dilaga. Per convincere i vicentini, ci vuole una seconda apparizione, due anni dopo, in cui il patto è riproposto e, stavolta, accettato. Anche delle apparizioni della Madonna manca una documentazione diretta e la veggente, come scrive il Castellini nella sua “Storia della città”, fu trattata “da rimbambita” dalla maggior parte dei vicentini.
Il Comune è coinvolto anche, ma non si sa precisamente come, in un innovativo incrocio fra religione e marketing e fra storia e prodotti locali, creato dall’imprenditore Tiziano Peruffo con l’idea di lanciare una serie di alimentari di alta gamma con il brand “Donna Vincenza 1426” e di gestire alcuni itinerari, da percorrere in bici o con automezzi elettrici, che si sviluppano nel territorio di Sovizzo per raggiungere alcuni luoghi salienti nella vita di Donna Vincenza prima del suo trasferimento in città.
Rispondendo in Consiglio a Nostrali il sindaco Forlin ha dovuto ammettere che non esistono prove storiche sulla presunta casa della Pasini e ha promesso di fare ulteriori indagini. È una vittoria per l’opposizione e il progetto (un milione di euro) con ogni probabilità subirà un rallentamento, quanto mai inopportuno visto che all’inizio dell’Anno Giubilare mancano solo sedici mesi.
GIANNI POGGI

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