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SUI NUOVI PROGRAMMI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO

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Il ministro Valditara ha anticipato al Giornale alcune novità che riguarderanno i programmi di scuola elementare e media.
Secondo il ministro gli aggiustamenti aiuteranno a superare il grave gap scolastico dei nostri studenti che, secondo le indagini OCSE non comprendono quello che leggono, non hanno conoscenze storiche e geografiche adeguate.
È vero, abbiamo a che fare con una diffusa ignoranza che purtroppo non riguarda solo i ragazzini. Sorprendono le risposte che danno i giovani, magari laureati, rispetto ad alcune richieste, tipo chi è il Presidente della Repubblica, o dove si trova l’Arena di Verona, che sembra situata a Venezia, o in che regione sta Venezia che risulterebbe in Friuli Venezia Giulia!
Colpa dei social, dei dispositivi elettronici che distraggono e non insegnano? Colpa di programmazioni scolastiche da rivedere. E allora si cambia!
Purtroppo le proposte del ministro fanno tornare indietro l’orologio del tempo, quando la settimana dei bimbi che portavano il grembiulino e il fiocco rosa e azzurro era scandita dalla poesia da imparare a memoria. Si apriva il quadernetto, pagina nuova, si ricopiava quanto scritto alla lavagna, poi si faceva il disegno legato a quanto scritto: l’arrivo della primavera, la bellezza dell’estate o la tristezza dell’autunno e, perché no, anche la magia della neve. E poi per il giorno dopo la si doveva imparare a memoria.
Ottimo esercizio per rinforzare una capacità fondamentale per studiare, la memoria.
Quanto ho odiato questo momento, ma almeno mettevo in atto strategie per fissare in successione i versi e poi il momento clou: la lettura prima di addormentarsi, così, secondo le parole di mamma, il cervello avrebbe lavorato tutta la notte e il giorno dopo l’avrei recitata senza intoppi.
Con gli anni il rito della poesia divenne sempre più complesso e, come prevederebbe la riforma, si arrivava ai classici della nostra poesia. Chi non ricorda le notti a studiare “La cavallina storna” di Pascoli o “ Davanti a San Guido” di Carducci.
Poi sono diventata insegnante di lettere e mi sono ripromessa che i miei studenti non avrebbero mai imparato a memoria una poesia, a meno che non avessero deciso loro perché affascinati, incantati, profondamente colpiti dal suo significato. Noi recitavamo “a papera”, senza capire e senza apprezzare: puro esercizio di memoria per il quale potrebbero andar bene anche le canzoni dei propri cantanti preferiti.
Ci sono tanti modi di potenziare la memoria, esercizi studiati e tarati per le diverse fasce di età, senza andare a toccare i grandi della nostra poesia.
Di più i nuovi programmi prevederebbero lo studio dell’Iliade e dell’Odissea. Benissimo, ma non le versioni in Italiano corrente, solo le traduzioni di Vincenzo Monti e di Ippolito Pindemonte!
Troppo difficile? E allora si lasci questo lavoro ai docenti della Scuola superiore.
Ma si tolga la possibilità di usare la calcolatrice in classe per svolgere gli esercizi di calcolo: imparare le tabelline a memoria sarebbe un ottimo esercizio, come fissare quotidianamente un certo numero di vocaboli nuovi in Italiano e in Inglese.
La scuola di Valditara assomiglia molto a quella che frequentavamo noi, oggi sessantenni, figli del boom economico, molto motivati perché studiare era il modo per migliorare il proprio status sociale e per questo accettavamo tante storture, metodi poco ortodossi.
Oggi la società è cambiata, il ritorno al passato non risolverà i problemi di conoscenza e comprensione, ma aumenterà le differenze. Dove va a finire la scuola che dovrebbe differenziare la didattica nel rispetto delle diverse potenzialità?
E poi la riforma dimostra poco rispetto nei confronti di quei ragazzi che vengono da lontano, la cui cultura è ben diversa dalla nostra e che pure studiano la nostra storia e la nostra letteratura ai quali, però, non vogliamo riconoscere lo “Ius Culturae”.
Unica nota positiva: la revisione dello studio della geografia, materia che da sola potrebbe contenere in sé tutte le altre: si studia un luogo e lo si rappresenta nelle sue forme, quindi si può studiarne la storia, le tradizioni, la lingua, la letteratura, la musica, la cucina… Insomma tutto!

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