“Come consiglieri comunali abbiamo depositato tre mozioni dedicate al mondo della scuola, con l’obiettivo di riportare il dibattito educativo al centro dell’agenda politica cittadina dando un segnale forte anche alle istituzioni superiori. Le nostre proposte riguardano tre temi che riteniamo urgenti e prioritari: la reintroduzione di percorsi di educazione sessuo-affettiva nelle scuole medie, la realizzazione di un piano di intervento sulle criticità strutturali e logistiche del sistema scolastico, e la promozione di una educazione digitale consapevole, capace di affrontare le nuove forme di disagio e violenza online”.
Benedetta Ghiotto (Civici con Possamai), prima firmataria della mozione “Salvaguardia dell’educazione sessuo-affettiva”, commenta: “questa mozione desidera riportare l’attenzione su un tema che riguarda la formazione, la consapevolezza e il rispetto reciproco delle nuove generazioni. Il divieto imposto dal ministro Valditara rappresenta un arretramento culturale che nega ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di acquisire strumenti fondamentali per comprendere sé stessi e le proprie relazioni. A Vicenza abbiamo esperienze positive e consolidate di collaborazione tra scuole, associazioni e ULSS: è da qui che dobbiamo ripartire, valorizzando il ruolo educativo delle istituzioni locali e promuovendo percorsi di crescita affettiva e relazionale fondati sul rispetto, sull’uguaglianza e sulla prevenzione della violenza di genere. Parlare di educazione sessuo-affettiva non significa imporre modelli, ma offrire strumenti di libertà e di conoscenza: una scuola che educa al rispetto è una scuola che costruisce cittadinanza. Questo perché l’educazione è il primo spazio in cui una società sceglie che tipo di futuro vuole per sé stessa”.
Massimo Bardin, pure di Civici con Possamai e presidente della Commissione Cultura (nella foto), presentatore della mozione “Intervenire sulle carenze strutturali del sistema scolastico nazionale” afferma: “mentre il ministro Valditara nega ideologicamente la complessità educativa e relazionale delle nuove generazioni, lo stesso ministro continua ad ignorare i problemi strutturali della scuola: il 40 per cento delle strutture scolastiche italiane sono in condizioni critiche, con edifici fatiscenti, aule sovraffollate, scarsa sicurezza; i salari degli insegnanti italiani risultano tra i più bassi d’Europa in rapporto al costo della vita e all’anzianità di servizi; il disagio psicologico tra gli studenti, aggravato anche dalle conseguenze della pandemia, cresce ed è sempre più  preoccupante per le famiglie”.
Luisa Consolaro (Possamai Sindaco), capofila della proposta ora racchiusa nella mozione “Educare alla cittadinanza digitale” precisa: “sul piano educativo e formativo dei bambini e dei ragazzi, l’epoca del digitale ha aperto una  nuova frontiera pedagogica e culturale da affrontare utilizzando gli studi e le conoscenze scientifiche degli esperti e le esperienze concrete di altri Regioni e Comuni. Solo così possiamo giungere a una educazione alla cittadinanza digitale, articolata come progetto che sia espressione della comunità cittadina e punto di riferimento per tutti i soggetti con compiti educativi.
L’obiettivo è favorire linee guida e strumenti per un uso adeguato e responsabile degli strumenti offerti dalle nuove tecnologie”.
Insieme i consiglieri concludono: “riteniamo che la scuola non possa essere terreno di scontro ideologico, ma un luogo di crescita, di libertà e di responsabilità collettiva. È compito delle istituzioni – e dunque anche del Comune – accompagnare e sostenere studenti, insegnanti e famiglie con strumenti concreti e con una visione di lungo periodo. Riportare la scuola al centro significa investire sul futuro della città, sulla parità di opportunità e sul senso civico delle nuove generazioni, ma anche dare ogni giorno una risposta concreto al disagio giovanile”.