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REGIONE. APPROVATA LA LEGGE SULLA ATTRATTIVITÀ DEGLI INVESTIMENTI IN VENETO

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È stata approvata mercoledì 26 febbraio in Consiglio Regionale senza alcun voto contrario la legge “Disposizioni in materia di attrazione degli investimenti nel Veneto” che contempla diverse misure per attrarre gli investimenti in Veneto da parte di imprese di altre regioni ed estere, generando così opportunità di crescita, innovazione, trasferimento tecnologico e integrazione nelle catene di valore globale.
“Con questa legge – commenta l’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato – diciamo a voce alta, ed investendoci 47 milioni di euro, che il Veneto è terra fertile non solo per le PMI, ma anche per la grande impresa capace di portare nuova linfa alla nostra terra. Di fatto, il modello veneto di imprenditorialità potrà sostenere circa 50 progetti che grazie all’effetto moltiplicatore garantito dall’intervento regionale si prevede genereranno oltre 140 milioni di euro di nuovi investimenti. Una misura anticrisi non da poco, che apre la strada alla creazione di nuovi insediamenti produttivi. Avranno titolo preferenziale gli investimenti diretti alla riconversione e al riutilizzo degli stabilimenti nei settori strategici per la nostra economia. Oggi prendiamo per mano ed accompagniamo chi vuol investire nella nostra terra, contribuendo alla crescita del PIL che nel 2024 è stata dello 0,5% e nel 2025 è prevista allo 0,6%, a livello di Lombardia ed Emilia”.
“Dico sempre – aggiunge Marcato – che i record si mantengono correndo: il Veneto con questa nuova legge correrà, mettendo in campo accordi per l’insediamento e lo sviluppo, interventi di semplificazione, azioni per l’occupazione e la formazione professionale, incentivi economici, servizi di tutoraggio e di after-care per agevolare i rapporti degli investitori con la PA, e non ultima la riduzione dell’IRAP di un punto percentuale per i 5 anni successivi alla nuova costituzione o al trasferimento dell’insediamento produttivo nella nostra regione”.
Replica negariva, invece di Vanessa Camani capogruppo del PD in Consiglio (che si è astenuto): “legge poco utile. Servirebbe un ruolo forte della Regione nell’orientare lo sviluppo e invece non c’è traccia di visione strategica. Le politiche industriali hanno sempre più un’importanza cruciale. Perché, dopo la sbornia liberista, si è dimostrato che il mercato non si autoregola e che serve un livello istituzionale in grado di orientare i processi di sviluppo. A maggior ragione oggi, nel pieno di uno scenario nel quale la crisi congiunturale rischia di diventare strutturale. Con questo provvedimento la Regione aveva l’occasione di ritagliarsi un ruolo forte, di guida strategica. E invece, il prevalere di una lettura superficiale se non addirittura miope rispetto all’evidenza dei processi in corso, ha portato a varare una legge poco utile”.
“Attorno a questo provvedimento – ha concluso Camani – è mancata una lettura condivisa dei processi in campo. E si è rimasti così ad una genericità normativa che non fornisce a Veneto Sviluppo, ente che dovrebbe tradurre nel concreto questa legge, neppure un orientamento sulla sostenibilità, l’innovazione, la qualità occupazionale. Oltre al fatto che non ci convincono le nuove modalità di selezione delle proposte di investimento e che serviva invece uno scouting più mirato, una cosa è certa: non è con gli sconti fiscali e la semplificazione che si crea attrattività. L’attrattività deriva da fattori strutturali, di natura occupazionale, infrastrutturale e dei servizi. Ma di questa visione non c’è alcuna traccia”.

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