
CALCIO MONTECCHIO. ROMANO ALEARDI: A INIZIO CAMPIONATO I MIEI PROGETTI ERANO ALTRI
“Come vivo questo momento? Come un pugno sul naso. La scorsa estate quando ho ripreso in mano le sorti del Montecchio, a causa dei tanti
Si chiamava Informagiovani, poi Centro Giovani, ora Progetto Giovani e non fa riferimento solo ad uno spazio fisico, ma è espressione di concrete azioni a favore dei più giovani da parte del Comune di Montecchio Maggiore.
L’attenzione ai giovani rappresenta per tutte le amministrazioni un nodo cruciale, al centro dei programmi di chi governa, non solo perché questi esprimono dei bisogni, ma anche perché è attraverso di loro che si costruisce il futuro di una comunità, grande e piccola che sia.
Non a caso una delega degli assessorati riguarda appunto le politiche giovanili.
Così abbiamo incontrato, nella sede di Piazza San Paolo ad Alte i referenti del progetto, a partire dall’Assessore Andrea Palma, affiancato dal dirigente del Comune Nicola Matteazzi. Con loro due operatrici della Cooperativa Studio Progetto, Valentina Zanni e Irene Cumerlato, cui è affidata la gestione delle attività, nonché la loro progettazione, con la supervisione della referente responsabile Area Infanzia, Minori e Giovani, Dott.ssa Valeria Santi, in videocall dalla sede di Valdagno.
Un interessante momento di incontro per conoscere fino in fondo un’esperienza e una realtà che opera nella prospettiva di offrire servizi ed opportunità ai nostri ragazzi.
A Montecchio Maggiore, come ricorda Nicola Matteazzi, ora responsabile dell’Ufficio Manifestazioni del Comune, il centro esiste fin dal 2000. “Allora si chiamava Informagiovani. Era un progetto fragile affidato in gestione ad una cooperativa di Treviso, fino al 2002, quando fu preso in carico dal Comune che affidò la gestione a due dipendenti, il sottoscritto ed Elena Colpo.
Tutto questo fino al 2019 quando si tornò all’appalto. Nel frattempo si cambiano tre sedi. La prima vicino all’Ufficio Anagrafe di Alte Ceccato, la seconda in Via Da Vinci, di fronte a Piazza San Paolo, la terza, e definitiva, accanto alla nuova sede della Polizia Municipale, sempre nella piazza di Alte. Negli anni il centro ha perfezionato le sue offerte, si è passati dal semplice servizio informativo alla progettazione e realizzazione di iniziative rivolte ai giovani, in rete con gli altri comuni. Orientamento scolastico e lavorativo, tempo libero gli obiettivi. Nel frattempo arriva la spending review e si comincia a limitare i costi di gestione, affidandosi ad un’unica persona con tutte le conseguenze del caso. Nel 2019 si decide di tornare all’assegnazione in appalto delle attività del centro. Arriva così una cooperativa di Bologna, Macchine Celibi, forte del fatto che offre sul territorio nazionale servizi culturali, sociali ed educativi. Ma si registrano, fin da subito, problemi di radicamento, una certa lontananza degli addetti dalla realtà cittadina. Complice anche il Covid, dopo tre anni, si cambia ancora e arriva l’accordo con la cooperativa Studio Progetto di Valdagno che aveva collaborato con noi per le attività di orientamento nelle scuole.
E si registra immediatamente un cambio di passo: più qualità, più attivismo, maggiore presenza sul territorio. Il centro diventa progetto ovvero si passa dall’azione di informazione e conoscenza all’elaborazione di idee, che diventano azioni al servizio della comunità giovanile e non solo”.
Oggi il centro lavora a pieno ritmo e ha il sostegno di un Assessore alle Politiche Giovanili, giovane ed entusiasta: “Non sono il solo trentenne in Giunta, sono affiancato da altri due coetanei, perché c’è la volontà in questo modo di intercettare i più giovani e il Progetto è sicuramente un modo per farlo perché è servizio a tutto tondo, capace di richiamare attenzione, di sviluppare idee e quindi azioni che partono dal basso. Si è creata inoltre una forte collaborazione con il mio assessorato, sono molto dentro ai diversi progetti, mi sento veramente coinvolto.
Il problema rimane comunque quello di avvicinare i giovani alla vita e ai problemi della comunità. Oggi non ci sono più i ricreatori che avevano una importante funzione di aggregazione, restano le società sportive, ma mancano altri luoghi di riferimento. Il Progetto Giovani lavora in questa direzione e speriamo di saper trovare iniziative che aiutino i giovani a ritrovarsi. Anche se si nota una forte tendenza all’ individualismo. Così eventi culturali dedicati alla Generazione Z restano un fatto importante in sé, ma isolato, mentre i giovani hanno bisogno sempre.”
Interviene a proposito la dott.ssa Valeria Santi: “Intercettare sul territorio i bisogni dei più giovani e trovare nella rete territoriale risposte concrete, individuando le giuste competenze: è quello che noi operatori della Cooperativa Studio Progetto facciamo. I ragazzi sono cambiati e di conseguenza i loro bisogni, i tempi, sono mutati. Il Covid ha sicuramente accelerato questa trasformazione. Così non basta più la semplice informazione, il giovane deve essere seguito nel suo percorso di crescita”.
Con Valentina Zanni, coordinatrice del Centro e Irene Cumerlato la conversazione si sposta così sulla descrizione delle azioni concrete del Progetto.
Valentina: “Noi portiamo avanti l’azione di sportello. Ci apriamo su una piazza e quindi accogliamo chiunque entri. Ma soprattutto operiamo con attività mirate, scuola, lavoro, viaggi.
Importanti sono i nostri laboratori dedicati all’orientamento scolastico, la ricerca di lavoro, e soprattutto il turismo giovanile o la ricerca di lavoro in Europa.
Operiamo poi nelle scuole con il servizio di orientamento scolastico, ma quest’anno abbiamo anche sperimentato la collaborazione con l’iniziativa Abilmente Social Festival e quindi nel parco di Via Volta abbiamo attivato un mercatino per lo scambio di oggettistica nello spirito del riciclo consapevole, abbiamo poi organizzato un laboratorio di ricamo creativo e un laboratorio per fare sapone, molto apprezzato anche da persone fuori target.”
L’uscita sul territorio, in particolare nelle scuole, ha fatto sì che alcuni ragazzi abbiano chiesto di poter utilizzare i nostri spazi per delle loro attività autonome. Come quella che ha portato avanti un giovane montecchiano che ha attirato molta attenzione, nel raccontare i suoi viaggi.
Aggiunge Irene “Il viaggio ha molta presa. Sulla scia di Turisti in Poltrona, progetto di grande successo, abbiamo capito che questo settore andava valorizzato e infatti quest’anno siamo riusciti ad organizzare un progetto di mobilità Erasmus per giovani fino ai 18 anni.
Precisa la referente: “La nostra cooperativa collabora con l’agenzia nazionale per la mobilità dei giovani e quindi riusciamo ad organizzare delle opportunità di scambio. Come cooperativa offriamo supporto nell’organizzazione e apriamo l’attività al territorio di nostro riferimento”.
Così, come spiega bene Irene, si propone lo scambio, quest’anno in Estonia, si raccolgono le adesioni e si procede alla selezione dei partecipanti.
“Abbiamo mandato all’estero tre ragazze di Alte e due di Trissino e Altavilla. Viaggio e alloggio gratuiti per stare una settimana in compagnia di ragazzi provenienti un po’ da tutta Europa”.
Riprende la dott.ssa Santi “Si capisce che un’esperienza del genere diventa molto significativa nel percorso di crescita di un ragazzo che ha sempre più bisogno di esperienze positive ed è quello che facciamo anche attraverso il progetto Gambare”.
A tal proposito Valentina ed Irene precisano che Gambare (頑張れ) è un’espressione giapponese (significa dai, vai!”) e si concretizza in un altro progetto di aiuto ai giovani per invogliarli a darsi da fare per uscire anche da una condizione di disagio.
Riprende Valentina: “Di sicuro stiamo lavorando contro la dispersione scolastica e proprio in questi giorni siamo riuscite a riportare a scuola un ragazzo che altrimenti avrebbe perso l’anno scolastico. Cerchiamo di capire i problemi e le aspettative, ci consultiamo con le famiglie e le scuole per trovare una soluzione. Si tratta in genere di ragazzi stranieri che hanno proprio bisogno anche solo di sapere cosa si trova nella nostra città”.
Molto importante anche il supporto in ambito lavorativo: “Sono soprattutto neo diplomati che chiedono di essere aiutati nella ricerca di lavoro, ma anche studenti che in estate vorrebbero trovare un lavoretto. E noi diamo indicazioni sia per lavori alla pari all’estero, sia per periodi attività come camerieri piuttosto che baristi o animatori”. Ma il compito del centro è anche quello di offrire un momento di riflessione sull’idea di futuro che il ragazzo ha, aiutandolo a fare un bilancio delle proprie competenze in rapporto ai suoi desideri, ma anche insegnandogli come approcciarsi al mondo del lavoro.
Se le attività del progetto forniscono esperienze positive, bisogna comunque non dimenticare che ci sono tanti giovani che vivono nel disagio, in questa direzione va il progetto Gambare nel quale l’assessore è stato direttamente coinvolto. “Sono andato nei luoghi in cui si incontrano i giovani, per osservare e capire. Perché è possibile intercettare il disagio, ma soprattutto quei ragazzi che restano chiusi in casa e che vivono in una forma di solitudine pericolosa. Stiamo quindi lavorando anche in questo ambito e stiamo cercando formule nuove di coinvolgimento utilizzando le professionalità più adatte capaci di leggere questi tempi che cambiano molto in fretta”.
Il centro accoglie anche il Punto di Ascolto riservato alle donne, voluto dall’assessore alle Pari Opportunità Paola Stocchero e, registrando l’interesse e l’attenzione che Valentina e Irene pongono in questa loro attività, c’è da spettarsi che arrivi qualche altro nuovo progetto proprio nel 2025.
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