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PFAS. LA PROCURA CHIEDE 121 ANNI E 6 MESI DI RECLUSIONE PER 9 DEGLI IMPUTATI NEL PROCESSO MITENI

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121 anni e 6 mesi di reclusione sono il totale delle pene richieste dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner per 9 dei 15 imputati, amministratori e manager delle imprese che si sono succedute nella proprietà della Miteni di Trissino, la azienda chimica che ha prodotto l’inquinamento con i composti PFAS delle falde acquifere di cinque province del Veneto. La pena più pesante è di 17 anni e sei mesi, la più leggera di 4 anni di reclusione.
“Quell’azienda era una bomba atomica innescata, una bomba a orologeria che ha inquinato l’ambiente, ha avvelenato le acque e causato un disastro, con gravi effetti sulla popolazione” ha detto il PM Blattner nella requisitoria iniziata nella precedente udienza in Corte d’assise di Vicenza, dal collega Paolo Fietta. Il pubblico ministero ha sostenuto che Miteni ha tenuto per anni “un comportamento doloso e criminale”.
A sua volta Fietta, nella requisitoria della settimana precedente, aveva evidenziato: “la cosa certa da cui partiamo è che i Pfas non sono innocui, sono tossici, alcuni addirittura cancerogeni e ormai c’è una forte probabilità vicina alla certezza che chi ne ha un’elevata quantità nel sangue abbia delle ripercussioni sui propri livelli di colesterolo”. “I vertici di Miteni – aveva chiarito il PM – erano a conoscenza dello sversamento di Pfas nell’ambiente. Dovevano comunicare che ci fosse una contaminazione in corso alle autorità e così si partiva con la messa in sicurezza già vent’anni fa. Bastava dirlo e si sarebbe agito con prontezza. Invece è stato tutto nascosto”. 

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