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LUISETTO (PD): IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE NON DÀ RISPOSTE ALLA CRISI NÈ IDEE PER IL RILANCIO

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Comunicato stampa del Gruppo PD Veneto in Consiglio regionale

“Mentre la Banca Mondiale riduce le previsioni di crescita del PIL allo 0,6% e settori chiave quali l’automotive, la metalmeccanica e la manifattura sono in difficoltà, con crisi aziendali che coinvolgono 1.300 lavoratori e lavoratrici nelle piccole e medie imprese del Veneto, discutiamo un documento che non dà alcuna vera risposta né indica la strada per rilanciare sviluppo e crescita”.
Il giudizio sul Documento di economia e finanza regionale 2025-2027 è della consigliera regionale del Pd, Chiara Luisetto, assieme ai colleghi del gruppo dem.
“Non solo: si tratta di un documento che, al netto delle belle parole, dice molto poco sulla messa in campo di politiche concrete. Una carenza che contrasta con uno scenario in cui il Veneto sta arretrando sia economicamente, con indicatori tutti in rosso, sia sotto il profilo sociale, con le famiglie lasciate sole di fronte alle difficoltà quotidiane, dai servizi all’infanzia alle disabilità, fino alla salute mentale per la quale si spende meno del 3% del Fondo sanitario regionale. Un abbandono progressivo che dura da 15 anni tra scuse e giustificazioni”.
Secondo gli esponenti dem “non c’è poi alcun segnale di volontà nell’investire a favore degli Ats, nel pieno della delicata fase di avvio. Così come non si ravvisa alcuna traccia di strategia per sostenere i Comuni messi in ginocchio dagli effetti sempre più incalzanti del cambiamento climatico e del dissesto idrogeologico. Non da ultima, manca nel Defr un’azione strutturata a fronte di uno scenario sociale che vede il 14,8% della popolazione del Veneto in condizioni di povertà, il 24% dei minori a rischio e il 18% delle famiglie con 3 figli che già è sotto la soglia”.
“La terra promessa dell’autonomia fa da paravento – concludono Luisetto e i consiglieri Pd – ad una realtà dove la Regione rincorre le emergenze, priva di una visione lungimirante e di una capacità programmatoria, fino a trovarsi oggi ingessata sotto il peso di debiti e risorse esaurite. Questo Defr segna insomma una distanza enorme dai bisogni dei veneti”.

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