L’LR Vicenza è partito per il ritiro (nella foto dal sito della società) domenica 21 luglio e questa è la prima tradizionale tappa della nuova stagione sportiva. Non se la sono fatta scappare i tifosi, in astinenza di biancorosso dal 9 giugno e cioè dalla infausta data della sconfitta a Carrara nella gara di ritorno dei playoff. Quella sconfitta, brutta sia per la pessima prestazione della squadra che per la ennesima delusione delle aspettative, non ha cambiato l’atteggiamento della tifoseria che è tornata, al primo appuntamento disponibile, a visionare di persona – non ostante il greve caldo padano – gli allenamenti preritiro dei biancorossi e, non sazia, anche il primo in altura. Non solo: all’apertura della campagna abbonamenti c’è stata la fila a Casa Vicenza per rinnovare quelli della stagione precedente, tant’è che si parla già di qualche centinaio di sottoscrizioni.
È ovviamente prematuro valutare questi segnali, se cioè siano solo la fregola della frangia dei più appassionati o una linea di tendenza che potrebbe rinnovare il tradizionale e aprioristico attaccamento alla squadra. Se fosse vera la seconda opzione, non sarebbe facile spiegare i perchè di una conferma di fiducia ad una società e ad una squadra che da anni danno solo delusioni e, soprattutto nell’ultimo campionato, ha fatto veramente tanto per disamorare il suo pubblico con un girone di andata penoso e un play off mal gestito nella parte conclusiva e finito nel modo peggiore.
Il credito acquisito da Stefano Vecchi, autore sì di un recupero clamoroso da gennaio in poi ma anche corresponsabile della mancata promozione, è evidentemente altissimo ed è sufficiente a convincere i tifosi che il nuovo campionato sarà la prosecuzione in meglio di quello precedente. Il che è certamente possibile ma non scontato e, come succede, le speranze estive possono trasformarsi in illusioni.
La società ha finora lavorato in modo concreto e coerente anche se, da un lato, non ha speso molto per Morra, Zamparo e Rauti (gli altri acquisti sono rientri da prestiti) e, dall’altro, ha almeno in parte pareggiato i conti con le cessioni di Ierardi e Dalmonte e di alcuni giovani. Sul tema giovani ci si può chiedere perchè si siano lasciati andar via dei prospetti come Simone Tronchin, preso da svincolato dal Cittadella, o come il 19enne difensore Christian Corradi (nazionale U19 e ceduto al Verona) o come il 17enne attaccante Filippo Conzato (Premio Menti 2024 come miglior giovane del Settore Giovanile provinciale professionisti) passato in prestito biennale al Torino. Non si poteva fare uno sforzo per tenerli e lanciarli progressivamente in prima squadra?
Manca ancora più di un mese al termine della sessione estiva del calcio mercato e, quindi, potrebbe cambiare la rosa. La lacuna più vistosa è quella del regista. Non è ancora stato individuato il successore di Ronaldo (che, attualmente, è svincolato): non sembra che possa essere Rossi, come sarebbe naturale visto che è sotto contratto per un altro anno, e nemmeno si fanno nomi di candidati. Certo è che serve assolutamente un giocatore di ruolo, esperto e di qualità, per garantire un equilibrio alla squadra. Giocare senza play maker è possibile ma, come si è ben visto l’anno scorso non solo nel Mantova ma anche nella Triestina e perfino nel Padova, anche in Serie C questo ruolo deve essere coperto molto bene.
Il piano tecnico e tattico del Vicenza è fondato sulla continuità del modulo del campionato precedente, anche se mezza squadra non c’è più. Per ora sono stati respinti al mittente gli assalti per Costa e Della Morte, indubbiamente i migliori biancorossi nel 2023-2024, e anche per il portiere Confente, che si è conquistato con un buon girone di ritorno l’attenzione di squadre di categoria superiore. Questa linea di mercato è positiva e promettente ma sarebbe un errore pensare che sia sufficiente ad assicurare il bis dell’ultimo campionato.
GIANNI POGGI