L’LR Vicenza conclude nel peggiore dei modi il campionato con una pesante sconfitta per 3-1 a Trento. Altro che vittoria o morte, come proclamato all’unisono da allenatore e giocatori, il Lane è crollato progressivamente nello scorcio finale a cominciare dal fatale stop subìto sul campo della Virtus Verona e ha piegato le ginocchia a Trento.
Ripensandoci, la resa del Vicenza è stata sempre più palese e addirittura vistosa nel deficit di condizione che ha colpito tutta la squadra, anche se il clima di fiducia cieca e irrazionale vissuto dalla piazza ne ha un po’ nascosto l’evidenza.
Si è arrivati alla partita con il Trento, scambiandola vuoi per scaramanzia vuoi per illusione per la tappa decisiva, facendo finta che il calcolo delle probabilità lasciasse ancora qualche possibilità. Comunque, si va in campo con il proposito di provarci lo stesso.
Vecchi cambia un po’ le cose rispetto al solito, negli interpreti ma non nel modulo perchè non si discosta nemmeno in quest’occasione dal 3-4-3 che, in trasferta, ha mostrato tanti limiti. Quel po’ di turn over che concede comporta il rientro di Sandon come braccetto sinistro a fare tandem sulla banda con Beghetto, di nuovo preferito a Costa. Il tecnico innova anche in mezzo al campo dove scompone la coppia dei centrali Ronaldo-Carraro abbinando al brasiliano il fasso-tuto-mi Zonta. In attacco si rivede Rauti in compagnia di Morra mentre la sopraggiunta indisponibilità per infortunio di Capone obbliga alla riproposta di Della Morte.
Che non fosse una partita facile per il Lane si capisce subito perchè, dopo 5 minuti, il Trento è già in vantaggio: Anastasia, esterno destro offensivo nel 4-3-3 di Tabbiani, fa quello che i tifosi del Vicenza avrebbero tanto voluto veder fare dal suo omologo biancorosso Della Morte e cioè un perfetto movimento dalla fascia al centro concluso con un tiro a giro di sinistro che finisce in porta a fil di palo. La difesa del Vicenza? Diciamo distratta.
La reazione dei biancorossi è sì volenterosa ma non travolgente però porta al pareggio, firmato al 29′ da Rauti (nella foto), che è brillante in una ripartenza che parte da metà campo, ruba il tempo a tutti i difensori e insacca con uno scavetto.
Non c’è neanche il tempo di riorganizzarsi che arriva una tegola che si dimostrerà determinante: alla mezzora esce per infortunio Ronaldo (che, per altro, fino a quel momento non aveva brillato) e al suo posto subentra non Carraro ma Rossi, protagonista di una stagione di basso profilo, e non è la stessa cosa.
Il Vicenza che cerca in qualche modo di centrare l’obbiettivo vittoria, dichiarato alla vigilia, fa tanta fatica sia a impostare un gioco decente che a contenere il Trento, che sembra molto più in palla e performante.
Dopo quasi un’ora la tegola numero 2: Rossi fa un fallo inutile a centrocampo, becca la seconda ammonizione e si accomoda in spogliatoio lasciando la squadra in dieci e così aggravando la crescente inferiorità rispetto al Trento che, anzichè mollare, carica alla grande un Vicenza stonato e vede la possibilità addirittura di vincere.
Il finale è un incubo per i biancorossi che beccano altri due gol e son salvati dalla traversa da un quarto che sarebbe stato davvero umiliante.
Il Padova fa il suo e s’accontenta di un pareggio a Lumezzane ma il bello è che, se anche avesse perso, il harakiri del Vicenza gli avrebbe regalato la promozione.
GIANNI POGGI