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LR VICENZA. UN ALTRO ADDIO ALLA PROMOZIONE IN SERIE B. A TERNI UNA PRESTAZIONE SENZA GRINTA

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L’LR Vicenza non arriva nemmeno alle Finali e manca definitivamente l’obbiettivo stagionale della promozione in Serie B, che contava di centrare nei play off dopo non averlo fatto in campionato.
Messa a confronto con un avversario di pari rango, la Ternana a sua volta seconda classificata nel Girone B, la squadra di Stefano Vecchi ha dimostrato i limiti già visti nelle partite di campionato non solo con avversari allo stesso livello tecnico e qualitativo ma anche con altri di seconda e terza fascia.
Della partita giocata a Terni c’è poco da dire, perchè i biancorossi praticamente non sono stati in campo com’era successo nel primo tempo della gara di andata. La Ternana è stata superiore in tutto: Liverani ha vinto il confronto tattico con Vecchi gestendo le due partite come voleva e i giocatori si sono sintonizzati con la Semifinale solo nella ripresa del Menti e, al Liberati, hanno giocato con un atteggiamento da amichevole.
Il Vicenza 2024-2025 è stata una squadra sopravvalutata, di cui non si è voluto vedere i limiti strutturali (le lacune in certi ruoli non sono mai state sanate), fisici (giocare mezza stagione senza Ferrari e Ronaldo è stato un azzardo) e qualitativi (non tutti i giocatori erano all’altezza delle ambizioni) perchè la voglia di promozione condivisa da società, tifosi e media è degenerata in autoreferenzialità e, quindi, in poca obbiettività. Non si è voluto capire che il Girone aveva una composizione modestissima e quindi era più che abbordabile e il testa-a-testa con il Padova, squadra tutt’altro che eccelsa ma molto concreta e ben guidata, ha fuorviato facendo pensare a un campionato stellare mentre era solo una aurea mediocritas.
I tanti punti ottenuti dal Vicenza, molti di più di quelli delle prime degli altri gironi, hanno fatto illudere che fosse una superstar e che, nei play off, si sarebbe mangiato qualunque avversario.
Illusorio è stato anche l’esito dei Quarti, in cui il Lane ha agevolmente eliminato un Crotone visibilmente esaurito, come, nelle Semi sono risultati i biancorossi. E se, nel finale di campionato, era possibile un calo di forma dopo sei mesi di logorante inseguimento al Padova, è più difficile spiegare come e perchè, dopo tre settimane di sosta e di ricondizionamento, i giocatori di Vecchi abbiano sbracato già dopo due partite.
L’allenatore, poi, ha le sue responsabilità. È riuscito a tenere la squadra in pugno per quasi tutto il girone di ritorno, ma il controllo gli è sfuggito progressivamente nella fase cruciale, in cui il gruppo (evidentemente non così coeso) si è rilassato e disaggregato. Incomprensibile, poi, è stata l’ostinazione del tecnico a mantenere in trasferta un modulo con il centrocampo a 4, palesemente inadatto a reggere fuori casa per poi convertirsi improvvisamente nei play off al reparto a 5.
Altrettanto inspiegabile è risultata anche la scelta di Vecchi di mandare in campo un Della Morte che fin dall’inizio del campionato si era dimostrato sfasato e che aveva fallito in tutti i ruoli in cui era stato utilizzato. Vecchi lo aveva panchinato nei Quarti ma lo ha riproposto come seconda punta nell’andata con la Ternana e, preso atto del fallimento anche di questa innovazione tattica, è stato costretto a cambiare modulo e, al giocatore, posizione.
La responsabilità più pesante di Vecchi è nella gestione psico-fisica della squadra. Non è, infatti, mai riuscito a darle un imprinting agonistico come s’è visto in molte partite di campionato e, soprattutto, nelle Semifinali. Non ha, e sotto questo profilo è corresponsabile il suo staff, dato una condizione costante ai suoi uomini tant’è che si son viste prestazioni altalenanti non solo di singoli ma anche di squadra e, più di una volta, si sono pregiudicati i risultati nel recupero finale.
La società ha sì fatto investimenti importanti ma ha sbagliato alcune scelte di mercato e di gestione della rosa come la cessione di Zamparo, la risoluzione del contratto di Rolfini, il mancato rinforzo della difesa a gennaio. Anche aver puntato tanto su Della Morte si è rivelato un errore, come un azzardo è stato il fare mezzo campionato aspettando Ferrari e Ronaldo. Oltre agli sbagli dei direttori, ha pesato anche l’assenteismo dei dirigenti, mai come quest’anno silenziosi quando la voce della proprietà avrebbe, invece, dovuto essere forte nel dare la carica alla squadra e ai tifosi.
Lo stop in Semifinale lascerà un segno sul futuro? Le incognite sono tante, dalla linea che prenderà la proprietà, alle scelte tecniche necessarie per un profondo ricambio, al rapporto con un pubblico troppe volte illuso e deluso.
GIANNI POGGI

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Germano Raniero
Germano Raniero
24 giorni fa

adesso tutti critici. rileggete il mio post dopo la gara di andata con la Ternana. davo scontato che la B è un incubo non un sogno. cari giornalisti siate meno conformisti, sempre non quando le cause sono già perse.

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