
LR VICENZA. SARÀ FABIO GALLO L’ALLENATORE GIUSTO PER RILANCIARE I BIANCOROSSI?
Tre settimane dopo la eliminazione dell’LR Vicenza dai play off e a meno di un mese dal raduno e dall’inizio del ritiro della squadra per
L’LR Vicenza affronta la Pro Patria con il distacco dal Padova provvisoriamente salito a 11 punti. La capolista, infatti, ha appena conquistato la sua 19a vittoria, che è la 10a nonchè la 7a consecutiva in trasferta, battendo per 2-0 l’Alcione Milano ad appena 48 chilometri di distanza, sul campo di Sesto San Giovanni.
Vecchi stupisce mettendo in squadra all’inizio Franco Ferrari, che ha appena 13′ minuti di campo nelle gambe in questa stagione e che ha giocato l’ultima volta (quasi) un’intera partita il 9 giugno 2024 nel ritorno della finale play off con la Carrarese, in cui uscì al 79′ per la rottura del legamento crociato del ginocchio. Evidentemente il tecnico considera il confronto con la terzultima della classifica un test a basso rischio.
Il resto della squadra è disposto con l’ultimamente abituale 3-4-1-2. Nel pacchetto dei difensori centrali è confermato De Col per rimediare alla squalifica di Leverbe ed è riproposto Sandon come braccetto sinistro. La coppia di centrali è composta da Carraro e Della Latta, davanti ai quali è appostato Della Morte a supporto di Rolfini e Ferrari. Le fasce sono affidate a Costa e a Talarico.
Il primo tempo si chiude con un 2-0 a favore del Vicenza che non fotografa quanto le due squadre hanno fatto vedere in campo. Il doppio vantaggio dei biancorossi è, infatti, merito esclusivo di altrettanti numeri individuali dei marcatori, Talarico e Rolfini, che, indisturbati, mettono in porta shoot potenti e precisi più o meno dalla stessa posizione, sulla sinistra della trequarti e, quindi, la Pro Patria deve rimproverarsi qualcosa.
Per il resto il Vicenza gioca nettamente peggio dei lombardi, che prevalgono nel possesso palla, nella interdizione e nella costruzione del gioco. Ma il peggior attacco si trova davanti la miglior difesa del campionato che annichilisce puntualmente le offensive della Pro. L’effetto Ferrari, poi, non c’è (lo si nota solo al 30′ per un inutile fallo a centrocampo che gli costa un’ammonizione) e anche il suo partner Rolfini è latitante fino al gol firmato al 2′ di recupero. Manca, infine, del tutto il contributo sia di Della Morte che di Costa, le due fonti più qualitative dell’azione vicentina. Ma, quando il gioco non c’è, le grandi squadre rimediano con le individualità e così è per il Lane.
Il secondo tempo è peggio del primo. Visto il 2-0, il copione consente ai biancorossi di limitarsi alla gestione del match. Ma c’è modo e modo di farlo perchè la impavida Pro Patria riprende a giocare con la stessa decisione dei primi 45′ e il Vicenza la lascia fare fin troppo, tant’è che Costa salva il risultato sulla linea dopo una decina di minuti. Poi i lombardi calano progressivamente ma i biancorossi non aumentano i giri, anche se le cose migliorano un po’ con l’esperimento del 3-5-2 collegato all’ingresso di Ronaldo affiancato da Della Latta e Zonta. Nel finale Confente si fa notare con un paio di parate che negano il gol della bandiera alla Pro Patria che, anzi, immeritatamente incassa anche il terzo gol di Zonta.
Di questa trasferta restano negli annali i tre gol (soprattutto i primi due), il 15° clean sheet e il mantenimento del -8 sul Padova. Per il resto il bilancio è in rosso: nelle prossime tre partite che precedono il derby del 16 febbraio con la capolista, bisognerà dare di più.
GIANNI POGGI
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