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LR VICENZA. TERZA VITTORIA CON L’ALCIONE MILANO E BILANCIO POSITIVO PRIMA DEI TRE TEST MATCH

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Dopo le prime cinque giornate di campionato, che l’LR Vicenza ha abbordato senza dover affrontare confronti con pari grado (e sarà così per tutto il torneo, visto che è già chiaro il differenziale fra le migliori e tutto il resto della compagnia), si può fare un bilancino del lavoro dei biancorossi.
Partiamo dai numeri: zero sconfitte, due pareggi e tre vittorie; 8 gol fatti e 4 subiti; 11 punti. Bilancio, quindi, in nero anche se non coincidente con le aspettative di chi vedeva il Vicenza primeggiare fin dalle battute iniziali.
I biancorossi non sono i migliori non solo in classifica ma nemmeno nei dati di rendimento, perchè il Padova ha segnato 5 gol in più e il Renate ne ha subìto uno in tutto. Non solo le capolista hanno fatto di meglio: l’Atalanta U23 ha, infatti, 10 reti all’attivo e l’AlbinoLeffe 9 e, quanto a quelle incassate, lo stesso Padova è a quota 2 e il Lecco e la FeralpiSalò a 3.
Interessante notare che fra i marcatori biancorossi ci sono, oltre ai tre attaccanti Morra, Zamparo e Rauti, un difensore (Leverbe) e due centrocampisti (Carraro e Costa). Nella classifica degli assist, infine, primeggia Costa (nella foto dal sito della società) con 3, spalleggiato da Zonta e da Zamparo con 2. Il nome di Della Morte non compare in nessuna di queste due classifiche ed è la grossa sorpresa di questo abbrivio.
Tali numeri, ovviamente, non consentono alcuna predizione sul futuro visto che lo scorcio di campionato fin qui trascorso non può essere una base attendibile e, in effetti, tutto può ancora cambiare soprattutto dall’autunno in poi, quando si comincia a far veramente sul serio.
Oltre alle statistiche si può trarre qualche conclusione sul gioco della squadra nei primi cinque turni. Però bisogna fare una premessa: il bel gioco non appartiene alla categoria e il valore che conta è centrare il risultato in qualsiasi modo. Sotto questo profilo il Vicenza è stato quasi vicino alla perfezione, perchè solo le due capolista hanno ottimizzato i risultati pur senza esibire chissà che e i biancorossi sono solo un gradino sotto.
Se, poi, a qualcuno è rimasta negli occhi e nel cuore la squadra protagonista della grande volata nel girone di ritorno e nei play off dell’anno scorso, ricorda il suo gioco bello e autorevole e non lo ha finora rivisto nella edizione biancorossa 2024-2025, dovrà farsene una ragione e prendere atto che questo Vicenza è ben diverso da quello precedente e che deve fondare la sua conquista della promozione non su valori estetici ma su continuità, compattezza e voglia di vincere.
Ne è stato un chiaro esempio la vittoriosa trasferta a Sesto San Giovanni sul campo dell’Alcione Milano, squadra fra le più modeste finora viste e che ha avuto la mala sorte di incontrare, una dopo l’altra, le tre migliori in classifica uscendone con altrettante sconfitte.
Come avevano fatto contro il Padova, i milanesi hanno impostato la loro prestazione in modo utilitaristico puntando al safety first con un esasperato difensivismo, che li ha visti raramente superare la linea di metà campo e ancor meno al tiro.
Il Vicenza ha fatto indubbiamente fatica a portare a casa i tre punti sia perchè è complicato attaccare contro un avversario arroccato nei propri 60 metri sia perchè non è uscita la qualità dei singoli che avrebbe potuto fare la differenza.
È, invece, riemerso uno dei difetti già notati nelle partite precedenti: la lentezza e la laboriosità nella impostazione che comportano prevedibilità e poca efficacia nella fase offensiva. Probabilmente questo è quello che Vecchi può fare con i giocatori che ha a disposizione, forse qualcosa migliorerà quando Della Latta e Carraro potranno essere pronti.
Il Vicenza ce l’ha fatta con l’animus pugnandi, con la voglia di vincere e tenendo botta fino alla fine. Sono tre armi importanti ed è positivo che il rodaggio di inizio campionato le abbia espresse e consolidate, ma possono non essere sufficienti adesso che cambia il livello degli avversari. Contro Renate, FeralpiSalò e Padova deve venir fuori anche la qualità. E non è detto che giocare bene non serva a vincere certe partite.
GIANNI POGGI



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