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LR VICENZA. LA VITTORIA SULL’ARZIGNANO REGALA IL PRIMO POSTO MA NON CANCELLA I DUBBI

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L’impressione (e la speranza) è che ci vorranno ancora tempo e partite prima di avere un LR Vicenza al 100%. Dopo l’illusorio 5-0 rifilato nel debutto al derelitto Lumezzane, si è vista in campo sia a Salò con l’Ospitaletto che al Menti con l’Arzignano una squadra che ha sì delle potenzialità ma che fa ancora parecchia fatica a esprimerle e, anzi, si arrovella in un gioco laborioso ed elaborato, lento e prevedibile, per di più condito da una bella dose di errori in ogni reparto.
Ciò non ostante, il Lane è primo in classifica, imbattuto e con un saldo attivo di 6 gol (7 segnati, 1 incassato), situazione che si è creata anche perchè nessuno del girone è partito alla grande, tanto meno le altre due favorite Brescia e Cittadella, che, dopo tre partite, sono all’inseguimento dei biancorossi sia pure con distacchi contenuti.
Le difficoltà trovate dal Vicenza nelle ultime due prestazioni meritano, però, attenzione e rimedi perchè un percorso che ha come traguardo la vittoria del campionato, come quello che ci si propone quest’anno, dev’essere supportato da ben altro rendimento, non essendo la continuità attuale un requisito sufficiente ad assicurare la riuscita.
Non si parla di bel gioco, ovviamente, anche perchè Fabio Gallo ha messo subito le mani avanti dicendo che questo non gli interessa quanto invece la raccolta punti. Però, anche ammesso che la squadra riesca in un modo o nell’altro ad accrescere senza pause il punteggio, è evidente che, senza una impronta tattica e agonistica ben definita e applicata, non ci sarebbe nulla di scontato.
Sotto questo profilo non si deve trascurare il fatto che la rivoluzione della rosa voluta da Zamuner e da Gallo comporti tempistiche di rodaggio e di integrazione che non possono essere immediate e, quindi, non si può pretendere di vedere già in settembre prestazioni perfette di singoli e di squadra. Però ci si poteva aspettare fin dall’inizio di vedere nei biancorossi una caratteristica che il nuovo allenatore aveva garantito che sarebbe stata il suo marchio di fabbrica: la aggressività.
Quello delle prime giornate sembra, invece, un Vicenza più di governo che di lotta, portato più ad impostare il proprio gioco (e non lo ha sempre fatto benissimo) che a azzannare l’avversario, maestro nel costruire l’azione con tanti passaggi orizzontali piuttosto che con folate degli esterni e con inserimenti delle mezzali. La palla circola lenta e ne risentono gli attaccanti che trovano spazi già presidiati e ricevono passaggi scontati e ripetitivi.
Tutto ciò è conseguenza anche del fatto che i primi avversari sono stati tutti di livello tecnico ben inferiore al Vicenza e impostati tatticamente più per difendere nella propria metà campo che per fare gioco, e, in questi casi, è molto più difficile per la squadra più dotata fare la prestazione. Però sia Ospitaletto che Arzignano sono riusciti non solo a limitare i biancorossi ma anche a creare occasioni da gol. Si è ben visto soprattutto nel derby che non è così difficile dar lavoro a Gagno e, se a Salò il pareggio è stato meritato dalla matricola, anche l’Arzignano non avrebbe rubato nulla portando a casa un punto.
Per ora, insomma, è opportuno restare con i piedi per terra e verificare gara dopo gara se ci saranno progressi e risultati o se le lacune che si sono viste finora siano invece consustanziali a questa squadra. C’è tempo per cambiare e correggere, c’è tempo per capirsi e crescere e ce n’è anche per creare e consolidare una identità di gioco e di squadra.
GIANNI POGGI

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