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LR VICENZA. LA VIRTUS VERONA TORNA A PERDERE AL MENTI DOPO SEI ANNI

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Gigi Fresco, stavolta, l’ha fatta grossa. Ha presunto che la sua Virtus potesse giocarsela alla pari sul campo dell’LR Vicenza e nemmeno nel corso della partita, quando avrebbe dovuto capire che i suoi erano destinati al massacro, ha cambiato atteggiamento tattico. Quindi il 3-0 con cui torna a Verona ci sta tutto e gli sta pure stretto perchè i biancorossi avrebbero potuto anche firmare una manita.
Contro un avversario così votato al suicidio il Lane ha fatto di tutto e di più. Ha, soprattutto, evitato di riracadere nell’errore commesso a Legnago con la Clodiense ed infatti non ha mai, se non negli ultimi minuti, lasciato spazio alla Virtus.
La banda di Fresco, composta da ventenni in formazione, da pochi titolari più esperti e perfino da veterani ormai a fine carriera (è sceso in campo perfino il 39enne Juanito Gomez, vecchia gloria dell’Hellas), non ha retto fin dall’inizio all’arrembaggio che i biancorossi hanno condotto con lucidità e continuità.
Nel primo tempo, però, è riemersa la consueta pecca: tante palle gol ma nessuna in rete, un po’ per la bravura del portiere rossoblu e un po’ per la imprecisione dei giocatori vicentini. Si è andati così negli spogliatoi per l’intervallo con uno 0-0 che non fotografava affatto la supremazia del Lane e che faceva smoccolare i tifosi.
Dopo una decina di minuti del secondo tempo Rauti scardinava il risultato. Subìto il primo gol, la Virtus si smaterializzava e lasciava il Vicenza padrone del campo e della partita e i biancorossi, anzichè accontentarsi e gestire, moltiplicavano il proprio impegno portando al gol anche Rolfini (nella foto dal sito della società) e Della Morte, gli altri attaccanti scesi in campo all’inizio.
La Virtus si era arresa già da un pezzo e nemmeno i cambi apportati da Fresco cambiavano minimamente l’andazzo, mentre quelli predisposti da Vecchi non diminuivano il livello del gioco e dell’agonismo del Lane.
Dall’analisi si deduce che LR Vicenza-Virtus Verona è stata una pacchia per i lanieri ma anche che non sarà sempre così facile. Difficilmente, infatti, nel girone di ritorno si vedranno avversari così arrendevoli e disposti a far brutte figure.
Le prossime due partite dei biancorossi sembrano fatte apposta per verificare le loro potenzialità e le loro chances. Triestina e Trento, infatti, sono per motivi diversi due test importanti. Attilio Tesser è tornato alla guida dell’Unione e ha subito messo in difficoltà il Padova pareggiando all’Euganeo e, soprattutto, giocando alla pari con la capolista. La trasferta del Vicenza sul campo intitolato a Nereo Rocco non è, quindi, così agevole come farebbe pensare l’ultimo posto in cui è relegata la Triestina e si può immaginare che, dopo due settimane di cura Tesser e dopo il significativo pari a Padova, la squadra abbia riacquistato autostima e ritrovato il gioco.
Anche il Trento, oggi al quarto posto, può essere impegnativo come indica la lunghissima imbattibilità che vanta e che l’ha portato ad eguagliare il numero di risultati utili consecutivi (16) risalente alla stagione 1970-1971. È una squadra solida quella allenata dal bravo Luca Tabbiani, che ha rilanciato Samuel Di Carmine (classe 1988) fra i marcatori del girone, tant’è che è secondo nella classifica cannonieri con 9 centri.
GIANNI POGGI

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