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LR VICENZA. LA PARTENZA PER IL RITIRO ANCORA A PORTE CHIUSE. DA ANNI MANCA L’INCONTRO FRA I TIFOSI E LA NUOVA SQUADRA

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In un giorno triste per il calcio vicentino perchè, nella notte, è morto Sergio Campana, un vero grande biancorosso, l’LR Vicenza edizione 2025-2026 parte per il ritiro precampionato che si svolgerà in Trentino, a Bedollo sull’Altopiano di Piné, fino al 1° agosto.
La comitiva è partita dallo Stadio Menti a porte chiuse, perchè ancora una volta la società non ha rinnovato il tradizionale incontro con i tifosi e con il pubblico. La mesta coincidenza con l’addio a Campana ha accentuato il malcontento per il distacco fra la squadra e la sua città, che la proprietà attuale tiene da anni ben separate. Ben altro era il rapporto non solo ai tempi del grande centravanti bassanese ma anche prima di lui e fino all’avvento della nuova gestione e il raduno al Menti per il via alla nuova stagione era uno degli appuntamenti più importanti, a cui partecipavano centinaia di tifosi con cui i giocatori si mischiavano senza problemi prima di salire sul pullman.
Privare i vicentini di questo appuntamento è stato e rimane un grande errore, come aver spostato gli allenamenti nel centro tecnico di Romano a 35 km dalla città, come aver cancellato le amichevoli infrasettimanali sul territorio, come aver trasferito le abitazioni dei giocatori nel bassanese.
Non può bastare una partita al Menti ogni quindici giorni per mantenere forte e stretto il rapporto identitario fra la squadra e i suoi appassionati sostenitori, che erano abituati – ma son passati tanti anni – a incontrare per le vie e nei locali della città i loro beneamati, a scambiare con loro una battuta o a ottenere un selfie.
Le organizzazioni del tifo biancorosso non mettono fra le priorità delle loro richieste alla società la cancellazione di questa anomalia ed è strano che chi si proclama portatore degli storici valori di identità e di tradizione non si batta su questo punto.

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Il raduno del Lanerossi Vicenza nel 1978

La squadra che va in ritiro non è ancora quella definitiva e, probabilmente, lo sarà solo alla fine del calciomercato. Però l’operato del ds Giorgio Zamuner ne ha già modificato tutt’altro che marginalmente l’identikit. Quello che si profila per il nuovo campionato è un Vicenza ben diverso da quello dei due anni precedenti, perchè non ci sono più giocatori come Ronaldo, Ferrari e Della Morte (che davano identità) e alcuni che, l’anno scorso, erano titolari potrebbero non esserlo più.
Il nuovo allenatore Fabio Gallo e lo stesso Zamuner hanno detto che il mercato è tutt’altro che chiuso e che c’è la prospettiva di altri arrivi, che contribuiranno a cambiare ancor di più fisionomia al gruppo. Quello che al momento si delinea è un Vicenza operaio, senza stelle, innervato da giocatori di categoria e dal profilo con forte personalità anche se magari meno tecnici. Una squadra da combattimento, insomma, a cui non si dovrà chiedere il bel gioco quanto, piuttosto, agonismo e continuità. Una cosa diversa dal Vicenza di Vecchi, bello ma alla fine poco redditizio, troppo convinto della propria superiorità ma capace di perdere con la Virtus Verona, desolatamente in difficoltà in trasferta.
Quello di Gallo sarà un Lane con l’impronta della Serie C, con tanta corsa e combattività, con la stessa personalità al Menti e fuori casa, che punterà a ridurre al minimo le sconfitte.
Non sarà un campionato facile, non ci si illuda che quella che attende i biancorossi sarà una passeggiata verso la promozione diretta. Si prospettano avversari di rango come il nuovo Brescia e il Cittadella, il Trento che non nasconde ambizioni e non si può ancora escludere la Triestina, se eviterà il fallimento e troverà una nuova proprietà. Potrebbe poi mettersi di mezzo una Under23, magari l’Inter di Vecchi che debutta con un gruppo di giovani di altissimo livello o l’Atalanta, che già l’anno scorso ha fatto vedere di essere in grado di puntare in alto.
GIANNI POGGI



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