
LR VICENZA. SARÀ FABIO GALLO L’ALLENATORE GIUSTO PER RILANCIARE I BIANCOROSSI?
Tre settimane dopo la eliminazione dell’LR Vicenza dai play off e a meno di un mese dal raduno e dall’inizio del ritiro della squadra per
Non sarà un giugno facile in Largo Paolo Rossi. La brutta eliminazione nella Semifinale dei play off dovrebbe provocare una discontinuità rispetto alle ultime due stagioni e, per un rinnovamento pesante, la società è già in ritardo sui tempi normali di programmazione.
Si dà per scontato, prima di tutto, che la proprietà resti quella attuale, che fa capo al socio di maggioranza OTB e a una pattuglia di partner di minoranza, per altro assolutamente invisibili e muti. La cessione del club, che sia solo delle azioni dei Rosso o della totalità, non s’improvvisa ed è realisticamente improbabile che ci sia la coda di acquirenti per una società di serie C che costa 10 milioni all’anno e chiude sistematicamente il bilancio in perdita. Per di più un nuovo proprietario, che subentrasse ora, dovrebbe impostare una nuova gestione con pochissimo tempo davanti.
Resterebbe, allora, l’attuale assetto della proprietà, ma il problema della tempistica rimane. Le alternative sono due: confermare direzione sportiva, allenatore e gran parte della rosa o inscenare una rivoluzione generale con un blitz audace e rischioso.
La prima alternativa è quella più facile. Vecchi ha ancora un anno di contratto, rinnovare quello di Matteassi non dovrebbe essere un problema e si può continuare con i giocatori più validi dell’ultimo campionato, limitandosi a non prolungare i veterani, a cedere quelli con il mal di pancia e a mettere rinforzi dove, quest’anno, i buchi c’erano.
Questa opzione rappresenta, da un lato, la continuità con due campionati in cui è mancata la promozione ma, dall’altro, eredita quanto di positivo c’è comunque stato per somma di punti conquistati e per piazzamento finale, soprattutto quello di quest’anno.
Ma, dopo due fallimenti per quanto con onore, sarebbe il caso di dare una svolta. E, in questo caso, le complicazioni sono innumerevoli perchè è tardissimo partire in giugno a cercare un nuovo d.s., che a sua volta dovrebbe individuare un nuovo allenatore e, con lui, costruire una nuova squadra.
A monte, però, dovrebbe finalmente essere varato un progetto tecnico-sportivo sia perchè, dopo sette anni, è chiaro che programmare ogni volta con un termine stagionale non porta risultati a medio-lungo, sia perchè è alle porte una doppia riforma della Serie C con la introduzione del salary cap e con il ringiovanimento delle rose che interverrà con la riforma Zola.
C’è, però, da fare i conti con una piazza che sembra aver esaurito la pazienza e la fiducia e che forse non è disponibile ad accettare un prolungamento dei tempi per centrare la chimerica promozione. Qual è, allora la strada giusta? Accontentare i tifosi e varare un dream team da primato sicuro o una via di mezzo che salvi il salvabile di questo campionato innestando un gruppo di giovani di proprietà da portare gradualmente in prima squadra?
Per fare un dream team, però, serve sia un investimento molto forte, almeno il 50% in più di quello attuale, sia chi sia capace di metterlo insieme in tempi esigui e, cioè, un direttore sportivo top e con piena autonomia nel calciomercato, che porti a Vicenza un allenatore vincente e carismatico e giocatori che abbiano valori umani e tecnici indiscutibili. E non è propriamente una passeggiata farlo in un mese.
E c’è un’altra complicazione: il prossimo campionato sarà molto più difficile dell’ultimo, perchè nel girone finiranno due retrocesse dalla B come Brescia e Cittadella (e, magari, anche la Sampdoria) e certo la FeralpiSalò ritenterà la scalata. Maggiore concorrenza, insomma, e mica da poco, e complessivamente potrebbe esserci più qualità fra le outsider.
In Largo Paolo Rossi ci si dovrà dar da fare presto e bene, sperando di sfatare il proverbio che si conclude “non si conviene”.
GIANNI POGGI
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