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LR VICENZA. IL RILANCIO C’È STATO, ADDIO TRIESTE CON TRE GOL AL TRENTO

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La sconfitta di Trieste non ha lasciato ruggini nelle gambe e nella testa dei giocatori dell’LR Vicenza, che hanno replicato con una vittoria corposa (3-0) sul Trento, quarto in classifica e accreditato come squadra solida in forza della serie positiva di 16 turni fra la 2a e la 17a giornata.
Il risultato pesante a favore dei biancorossi potrebbe far pensare a un confronto con i trentini nettamente sbilanciato ed invece così non è stato, perchè, se è vero che per intensità ed efficacia il gioco del Lane è stato migliore, quello del Trento è stato più che decente e, a tratti, anche piacevole.
Qual è stata, allora, la differenza a favore della squadra di Vecchi? Ce n’è stata più di una ma la prima porta il nome di Rolfini (nella foto), che ha firmato addirittura la tripletta che ha sigillato il risultato. Bisogna dare il giusto merito all’allenatore perchè, al rientro dalla lungodegenza, lo ha inserito progressivamente in squadra e ha capito che la voglia del giocatore di riaffermarsi sarebbe stata un additivo formidabile. Rolfini ha ricambiato la fiducia con una prestazione finalmente completa, in cui ha segnato tre gol diversi (partendo da lontano il primo, con opportunismo il secondo e di prontezza il terzo) e ha creato una coppia d’attacco affiatata con Morra, a sua volta più concreto e continuo.
Un altro fattore che ha giocato a favore del Lane va cercato nel Trento, che è sì un buon team ma incompleto perchè ha in repertorio buone ripartenze e geometrie e perchè copre bene il campo, ma ha un limite nella fase offensiva dove il suo gioco è meno efficace e lucido. Se, com’è successo al Menti, il vicecapo cannoniere Di Carmine non è in gran giornata, viene a mancare il terminale conclusivo.
Un altro deficit del Trento, almeno in quest’occasione, è stato il portiere Barlocco, che ha sulla coscienza due dei tre gol: il secondo agevolato da una sua sballata uscita fuori area e il terzo propiziato da una sua respinta di un cross finita sulla linea di porta sui piedi di Rolfini. Certo che, però, non si può pretendere troppo da un ragazzo di vent’anni, alla prima esperienza professionistica e preso come svincolato dalla Serie D.
I meriti del Vicenza sono stati molti. Prima di tutto quello di essersi affrancato subito dalle scorie dello stop con la Triestina, poi quello di aver giocato per larghi tratti la miglior partita dell’andata, senz’altro superiore a quelle finora additate come tali. Si è visto, infatti, un Lane ben organizzato in ogni reparto, continuo e concentrato, corto quando serviva e pronto ad allungarsi verso l’area avversaria con azioni veloci.
Il centrocampo, assemblato stavolta da Vecchi con Costa-Della Latta-Rossi-Zonta, è stato il più convincente di quelli schierati finora. La scelta delle due punte supportate da un solo trequartista se, da un lato, ha un po’ sacrificato l’estrosità di Della Morte, dall’altro ha dato finalmente peso e pericolosità all’azione offensiva.
La difesa non ha avuto grossi problemi con la pallida prima linea trentina ma ha fatto sempre bene il proprio lavoro, mettendo anche Sandon nella condizione di lasciare le retrovie per aggiungersi ai compagni davanti.
Un bravo, infine, a Stefano Vecchi che, stavolta, non ha sbagliato nulla.
GIANNI POGGI

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