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LR VICENZA. IL CALDIERO FA LO SPARRING PARTNER E IL PADOVA FA STRADA

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Sono bastati due minuti di calcio da prima della classe (ancora virtuale, ma per poco) all’LR Vicenza per spegnere le velleità del Caldiero Terme, che l’intemerato Cristian Soave ha presentato al Menti, nell’impari confronto, non a far le barricate ma a cercare il gioco. Proposito piuttosto azzardato per chi ha disperato bisogno di punti per sperare nella salvezza, per di più contro un avversario non solo di qualità e resa a tutt’altro livello, ma anche in forma e determinato ad accorciare di nuovo sul Padova, di cui sapeva la sconfitta maturata a Novara nella fascia oraria precedente.
Eppure lo strano mix di veterani e Under (tre 2004 e un 2003) messo in campo da Soave è riuscito a creare qualche complicazione ai biancorossi, limitatamente al primo tempo e fino al perentorio uno-due che ha sigillato la vittoria vicentina. L’ordinato agonismo dei termali è stato affrontato dal Lane con la compassata superiorità della vicecapolista consapevole che, prima o poi, le cose sarebbero andate secondo pronostico e logica e, cioè, senza marcata aggressività ma con costante e progressivo sviluppo del proprio gioco, mirato a prendere le misure del disinvolto avversario per poi matarlo in un amen.
L’atteggiamento quasi compassato dei giocatori berici ha concesso anche troppo alla volonterosa iniziativa del Caldiero, che ha concretizzato un paio di occasioni nel primo tempo che non sono nemmeno arrivate a mettere in pericolo la porta biancorossa ma che hanno generato un po’ di incredula ansia nei quasi 10.000 spettatori del Menti.
Al momento giusto il Vicenza ha detto basta e un cross da manuale di Beghetto e un assist di Della Morte (letteralmente dimenticato dalla difesa veronese) hanno dato a Morra e a Rauti la soddisfazione di firmare i due gol che hanno cambiato la partita.
Il secondo tempo è stato da gara amichevole, nel complesso anche noioso fino all’88’ e cioè fino all’inatteso gol del Caldiero, che ha riaperto in qualche modo il confronto per i 7 minuti successivi, a dire il vero senza alcuna possibilità che si potesse arrivare al pareggio.
La performance di squadra le Vicenza è da sufficienza abbondante ma non da magna cum laude, perchè è mancato più di qualcosa non dico alla perfezione ma anche all’ottimale, ma con un avversario così è stato più che sufficiente quanto è stato dato.
Nelle prestazioni dei singoli primeggia anche stavolta mastro Ronaldo, come sempre non solo regista ispirato ma anche combattivo a tutto campo, e un bravo se lo merita anche il pressochè debuttante Beghetto (nella foto), che ha firmato un paio di cross da vero esterno (uno dei quali ha fruttato un gol) e ha presidiato la fascia mancina con autorevolezza. Morra è arrivato in doppia cifra nella classifica marcatori, segnando il suo decimo gol ancora di testa, cioè con quella che sembra la sua specialità nelle doti di goleador. Al suo fianco ha giostrato il solito vivace Rauti, che – complice anche la nuova lungodegenza di Rolfini – si è conquistato con merito la titolarità.
Al pacchetto difensivo verrebbe da assegnare un senza voto vista la inconsistenza dell’attacco avversario, ma ci sta un 6 di gruppo perchè quel poco che c’è stato da fare, l’ha fatto bene.
A Stefano Vecchi bisogna riconoscere di essere riuscito a riprendere immediatamente le redini della squadra dopo la crisi di fiducia successiva al pareggino con l’Atalanta. Poteva aprirsi una fase difficile e, invece, l’allenatore è riuscito sia a ricucire il rapporto con lo spogliatoio sia a ricaricare un gruppo che sembrava essersi improvvisamente smarrito. La squadra che si è vista ultimamente è solida, unita e consapevole delle proprie possibilità, le manca solo la convinzione in trasferta e questa deve dargliela Vecchi con un po’ più di creatività tattica e di duttilità.
GIANNI POGGI

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