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LR VICENZA. IL BILANCIO DELLA STAGIONE 2023-2024 E LE PROSPETTIVE PER LA PROSSIMA

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Sette giorni dopo la sconfitta a Carrara nella finale di ritorno dei play off, la Vicenza biancorossa sembra aver assorbito senza traumi il colpo – uno dei più pesanti nella storia del calcio berico – della mancata promozione proprio sulla linea del traguardo.
Anzi, la cosa è stata vissuta in un curioso mood fra il sentimentale e il retorico, condensato in un condiviso “grazie ragazzi” che comprendeva tutti ma proprio tutti, dal “condottiero” Vecchi (sì, è stato rispolverato anche questo vetusto epiteto del giornalismo di un tempo) ai giocatori, dalla dirigenza alla società. Perfino i Rosso, padre e figlio, sono stati salutati con affetto e riconoscenza.
Nessuno si è sognato di fare una critica al triste esito di questa complicata stagione ed è stata messa in primo piano, a unica giustificazione, l’incredibile serie di infortuni che ha martirizzato la squadra nello scorcio finale.
Volendo, invece, qualche domanda da farsi ci sarebbe: perchè gli stessi giocatori hanno fornito rendimenti diametralmente opposti all’andata e al ritorno? perchè la squadra non è stata rinforzata nel calcio mercato di gennaio? perchè la condizione atletica è andata in calando nei play off? com’è possibile che, in due mesi, ci siano stati tutti gli infortuni che hanno decimato la rosa, nessuno provocato da avversari?
Anche all’allenatore si potrebbe chiedere qualche spiegazione. Ad esempio, non si è accorto che stava chiedendo troppo a giocatori stressati dalla rincorsa impegnativa del girone di ritorno? non ha capito che era molto rischioso schierare dall’inizio alcuni di loro (per non far nomi: Delle Monache, Proia, Rossi), estranei e marginali al gruppo che aveva realizzato la risalita? non avrebbe potuto impostare diversamente le due finali, anzichè lasciare in entrambe la squadra in balia della Carrarese?
Sei mesi fa i tifosi chiedevano, giustamente, la testa di Ronaldo e di Ferrari che, oggi, sono portati – altrettanto meritatamente – sugli scudi, sfortunati eroi di un sogno fallito perchè la sfiga (sotto forma di lesione dei legamenti crociati) li ha tolti di mezzo. I tifosi hanno anche preteso l’esonero di un buon allenatore come Diana, che qui però ha collezionato una bella serie di errori, ed è bastato non Ancellotti ma un altrettanto buon tecnico di categoria come Vecchi (fra l’altro, esonerato di brutto dopo poche giornate dalla FeralpiSalò, che aveva appena portato in B) per trasformare l’irritante squadra dell’andata in una invincibile falange macedone. Senza nulla togliere a Vecchi, che ha il merito di aver fatto un gran lavoro ma anche il demerito di non aver centrato l’obbiettivo, è davvero questa la base su cui costruire il futuro?
La linea per il futuro è, per tutti, quella di mantenere nella prossima stagione il gruppo protagonista di questa nel bene e nel male. La cosa è impossibile perchè due top player come Ferrari e Ronaldo (il secondo con contratto in scadenza) potranno tornare a giocare solo a metà campionato, Rolfini (se sarà rinnovato) sarà disponibile solo a settembre-ottobre, Della Morte sarà difficile trattenerlo in Serie C ed è stato perso Tronchin (leggere gli elogi per lui del dg del Cittadella Marchetti). Già così, metà dei titolari non ci saranno più o saranno disponibili solo a gennaio.
Per puntare alla promozione diretta, l’anno prossimo, bisognerà per forza fare un grosso investimento per sostituire i lungodegenti e i ceduti. La proprietà lo farà?
GIANNI POGGI

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