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LR VICENZA. DEBUTTO DEI BIANCOROSSI CON UN DELUDENTE PAREGGIO CON IL GIANA ERMINIO IN DIECI PER METÀ PARTITA

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Buona la prima? No, il pareggio (2-2) dell’LR Vicenza con il Giana Erminio sigilla il debutto al Menti e in campionato dei finalisti dei play off 2023 2024 con un bilancio non soddisfacente sotto molti punti di vista.
In primis, ovviamente, il risultato. Da pronostico era scontata la vittoria dei biancorossi contro una delle squadre meno attrezzate del girone (vedasi le quotazioni delle scommesse) e, quindi, il pari non centra l’obbiettivo di debuttare nel torneo a vele spiegate.
Oltre alla differenza di valore delle due rose (secondo Transfermarkt quella del Giana vale un terzo di quella del Vicenza), che non è solo un aspetto economico ma ha una ovvia ricaduta tecnica, va tenuto conto, come aggravante, che i lombardi hanno giocato l’intero secondo tempo in dieci a causa della espulsione al 46′ del centrocampista Lamesta per doppia ammonizione (la seconda piuttosto opinabile).
Un’altra negatività è stata la qualità del gioco dei vicentini. Era stato detto e ribadito, in precampionato, che la squadra di quest’anno sarebbe stata in continuità tecnica, tattica e agonistica con quella del ritorno e dei play off del 2023-2024. Tesi insostenibile perchè, prima di tutto, non ci sono più tre uomini cardine come Golemic, Ronaldo e Ferrari, e, poi, perchè ogni reparto ha nuovi innesti.
Contingenze come la imprevista defezione dello stopper serbo, come gli infortuni di Della Morte Laezza e Cester, come le squalifiche di Morra e Rossi hanno finora impedito all’allenatore Vecchi di mettere sul banco di prova la potenziale formazione titolare, dando vita di volta in volta a una “sperimentale” in cui cambiavano gli uomini in campo e alcuni di loro si adattavano a ruoli non propri.
L’undici schierato contro il Giana era ancora una volta improvvisato anche se quanto più vicino finora alla versione definitiva della squadra, ma non si sono rivisti in corso di gara il gioco arrembante, il piglio autorevole, il ritmo e l’agonismo del Vicenza dell’anno scorso. Solo quand’è entrato Della Morte, nella ripresa, è stata riproposta qualche azione del recente passato.
Rinviata a più avanti la crescita della corsa e della velocità, che in questa categoria sono fattori importanti, e tenuto conto che presto si dovrebbe stabilizzare la formazione, bisogna però rendersi conto che il nuovo Vicenza non potrà essere, almeno con questa rosa, la fotocopia della versione precedente. È evidente, intanto, la mancanza di un regista a tutto campo (ma soprattutto offensivo) qual è Ronaldo e, quindi, Vecchi è costretto a giocare con due mediani come centrali piuttosto bassi. Da quanto s’è visto, la new entry Carraro non assomiglia al brasiliano e sembra, piuttosto, un doppione di Rossi, e nessuno dei partner disponibili (che sia Zonta o Cavion o, magari, Cester) ha i piedi per verticalizzare il gioco.
L’utilizzo di Greco come trequartista, come in Coppa Italia, ha confermato che può essere solo una soluzione dettata dalla indisponibilità di Della Morte e di un suo alter ego in rosa, ma è improponibile in campionato. Proprio contro il Giana come in Coppa, ci si è accorti che, senza il mancino titolare, il potenziale offensivo del Vicenza vale metà e perde imprevedibilità e profondità.
Nel secondo tempo ha esordito con successo, visto che hanno segnato entrambi, la coppia di attaccanti Morra-Zamparo mentre Rauti ha contraddetto il rendimento di Coppa con un primo tempo evanescente, tant’è che Vecchi lo ha mandato in panchina dopo poco più di un’ora. Morra non è certamente Ferrari, rispetto a cui è molto più mobile e manovriero, e su Zamparo si deve necessariamente rinviare il giudizio.
Male, infine, la difesa. Per quanto improvvisata e con un centrale come Leverbe arrivato da pochi giorni, ha concesso fin troppo ad avversari che erano tutt’altro che marziani (il centravanti Trombetta giocava in Serie D). Bisogna, poi, che il tecnico rifletta sul fatto che i due gol del Giana sono stati segnati da difensori.
Quanto a Vecchi, infine, si deve tener presente che ha dovuto inventarsi ancora soluzioni estemporanee ma qualche domanda si potrebbe fargli sulla condizione appannata della squadra e sulla elaborazione faticosa del gioco. Perchè, poi, partire con il trequartista senza utilizzare Della Morte? L’alternativa c’era ed era quella di cambiare modulo, magari un 3-4-3 o, come fatto nel secondo tempo, con un 3-5-2. Non ha convinto, però, nemmeno questo secondo schema, visto che, sulla fascia destra, Della Morte toglieva spazio a Talarico e i centrocampisti si pestavano i piedi, negli spazi intasati dalle barricate del Giana.
GIANNI POGGI



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