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LR VICENZA. CONTRO LA PRO PATRIA UNA MISSIONE NON IMPOSSIBILE: VINCERE PER RESTARE IN SCIA DELLE PRIME

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Penultimo posto in classifica, due punti raccolti grazie ad altrettanti pareggi, un gol all’attivo e il doppio al passivo. Questo l’identikit, dopo tre turni di campionato, della Pro Patria prossima avversaria dell’LR Vicenza allo Stadio Menti domenica pomeriggio.
Ancora una volta il calendario riserva ai biancorossi un impegno che non sembra impossibile come non lo è la missione che devono portare a termine: battere i lombardi per centrare il secondo successo in campionato.
L’allenatore Vecchi insiste a rilasciare dichiarazioni non proprio tranquillizzanti. Prima ha detto che i suoi giocatori devono convincersi di essere forti, poi che di tempo non ce n’è e che bisogna stare in scia del Padova (e del Renate, no?). Le sue parole palesemente non rispecchiano un contesto sereno e ottimistico ma, anzi, lasciano trasparire qualche incertezza e qualche difficoltà.
Nei due mesi intercorsi dal raduno della squadra a oggi la situazione è, in effetti, piuttosto cambiata. Si era partiti con la convinzione che la squadra edizione 2024-2025 fosse la fotocopia di quella arrivata alla finale dei play off e che ci fosse una continuità, data per scontata, fra l’una e l’altra.
Così non poteva essere per ragioni evidenti: la rosa era stata pesantemente modificata nel calcio mercato, gli uomini-guida del girone di ritorno precedente non c’erano più, perfino la difesa (che doveva essere il fulcro del fil rouge fra le due stagioni) non era più la stessa dopo la defezione di capitan Golemic e la lunga assenza di Laezza.
Nel corso del precampionato e dell’abbrivio iniziale del torneo è quindi venuta a galla una squadra che poco assomiglia a quella dell’anno scorso se non nel modulo 3-4-1-2, che Vecchi insiste a utilizzare non ostante le prestazioni imperfette finora fornite dai biancorossi.
Il gioco e la personalità della squadra non sono certo quelli esibiti nel primo semestre di quest’anno. Il primo manca di velocità e di brillantezza, la seconda non è certo quella che ci si può aspettare da chi è stato investito del ruolo di candidato numero 1 alla promozione.
L’imputato principale di questi deficit è il centrocampo, che finora è stato costruito con due centrali e due esterni, senza cioè le mezzali la cui funzione dovrebbe sobbarcarsela un trequartista di valore come Della Morte (nella foto dal sito della società) che, però, finora è stato frenato dal lungo recupero dopo un infortunio e distratto dalla interminabile vicenda della sua presunta cessione.
Schierando due mediani al centro (nessuno dei quali è un regista) la costruzione dell’azione risulta lenta e involuta e, di conseguenza, dovrebbe impegnare di più gli esterni, ma anche il loro apporto non è stato quello che ci si aspettava perchè De Col è più portato alla fase difensiva e non si è ancora visto l’impareggiabile Costa del passato.
Ne risente l’attacco perchè la coppia delle punte non è assistita con i tempi giusti e in misura adeguata e anche la difesa, perchè va in difficoltà sugli inserimenti dei centrocampisti avversari e sulle azioni veloci che deve fronteggiare.
A questo quadro tattico s’è aggiunto un interminabile ricorrere di infortuni e di squalifiche che hanno inguaiato l’allenatore, costretto di volta in volta a mandare in campo una squadra “sperimentale”, in alcune occasioni anche fin troppo forzata in certe soluzioni (vedi Greco trequartista) e, comunque, ancora non ben definita attorno a una formazione base.
Ciò spiega perchè il Vicenza abbia già quattro punti di distacco dalle prime (sette dalla temporanea capolista Renate, che ha centrato il poker di vittorie battendo il Giana nell’anticipo di venerdì) e sia quindi costretto al ruolo di inseguitore. Certo, lo spettacolare inseguimento dell’anno scorso al Padova ha dimostrato che, alla lunga, questa squadra (o, almeno quella 2023-2024) ha capacità di recupero eccezionali ma, come si è visto nel caso del Mantova, la strada sicura per vincere il campionato è condurlo in testa non inseguire.
GIANNI POGGI

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