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LR VICENZA. CON L’AVELLINO UNA SFIDA DA VINCERE A TUTTI I COSTI

Curva Sud

L’attesa semifinale di ritorno dei play off promozione si celebra nello stadio Menti, teatro – nei suoi quasi novant’anni di vita – di tanti storici episodi del calcio vicentino, fra un LR Vicenza un po’ incerottato ma tutt’altro che remissivo e un Avellino degno avversario ma autolesionista nei primi novanta minuti della doppia sfida.
I biancoverdi, infatti, avrebbero potuto tranquillamente intascare la qualificazione alla finale già al Partenio se non avessero dilapidato una mezza dozzina di palle-gol e vengono a Vicenza con la consapevolezza di aver sovrastato i biancorossi sia nel gioco che nella pericolosità.
In casa Vicenza dovrebbe primeggiare la voglia di cancellare il ricordo di un’andata inattesamente sotto tono con una prestazione di tutt’altra impronta, ritrovando la qualità, l’autorevolezza e il gioco che non si sono visti all’andata.
Il risultato del primo confronto, pareggio senza reti, ha lasciato le cose com’erano perchè nessun vantaggio ne hanno ricavato sia l’una che l’altra sfidante. Non essendoci in semifinale teste di serie, per passare il turno bisogna necessariamente vincere il retour match, al limite perfino con la serie di calci di rigore dopo i supplementari.
Il Vicenza gode del teorico beneficio di giocare in casa questa partita. Teorico perchè fondato sul supporto del proprio pubblico, ma – come si è ben visto proprio in questi play off – avere gli spalti pieni di tifosi poco è servito a Taranto e Padova, le cui prestazioni casalinghe contro i biancorossi non sono certo migliorate per il fattore campo.
Può essere che squadre abituate a giocare davanti a 500 spettatori in campetti di provincia si facciano condizionare dall’anfiteatro berico e dai suoi 10.000 tifosi, ma certo non ci cascano squadre che hanno stadi e supporter pari se non superiori a quelli di Vicenza.
Stefano Vecchi dovrà superare se stesso nel mettere in campo una formazione competitiva. Ha la rosa corta, soprattutto a centrocampo, e giocatori improvvisamente stanchi dopo la tirata a cui sono stati costretti prima per rimediare al disastroso girone di andata e, poi, per farsi strada nei play off. L’allenatore vicentino sa che deve schierare i titolari perchè i riservisti non sono, per cause diverse, altrettanto all’altezza.
Contro un avversario strutturato come l’Avellino, serve un centrocampo a cinque, già sapendo che i due quinti dovranno spesso e malvolentieri aggiungersi ai compagni della difesa per contenere gli esterni irpini, protagonisti all’andata. Ronaldo, pedina determinante nella tattica vicentina, non avrà al suo fianco il partner ideale Tronchin e, indisponibile anche Cavion, il ruolo di mediano destro sembra un po’ scoperto. Per l’altro mediano sembra inevitabile il ricorso a Greco, che andrà però limitato nell’esuberanza difensiva e contenuto nel suo correre generoso ma spesso inconcludente.
All’attacco si chiede la partita perfetta. Perchè è vero che anche un solo gol di vantaggio può essere sufficiente ma le punte vicentine non hanno mai brillato quest’anno nè nel creare nè nello sfruttare le occasioni per segnare. Vecchi dovrà togliere a Ferrari le mansioni di primo filtro e lasciarlo più spaziare in area per sfruttare le sue indiscusse doti di goleador, e, contemporaneamente, trovare il suo giusto partner perchè l’argentino non può certo fare reparto da solo in una partita come questa. Pellegrini o Della Morte? Sarebbe meglio tutti e due ma non sembra il caso di togliere un’unità al centrocampo per aggiungere un trequartista o una seconda punta.
Le delusione più inattesa ad Avellino è venuta dalla difesa, mai così permeabile e permissiva. Nessuno dei difensori ha convinto del tutto, a cominciare dal portiere. Anche in questo reparto Vecchi non ha molta scelta, per le rotazioni ci sono solo Sandon e De Col e, quindi, l’allenatore si dovrà affidare al trio titolare, anche se con gli irpini ha dato l’impressione di essere meno lucido e continuo.
Vicenza-Avellino sarà probabilmente un match deciso da episodi e c’è più di qualche probabilità che possa addirittura finire con i supplementari o con i rigori. Per i biancorossi sono entrambe ipotesi da evitare, perchè hanno già abbastanza ruggine nelle gambe per affrontare bene anche i due overtime e perchè, dal dischetto, non sono proprio dei mostri.
GIANNI POGGI

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