“Con Beghetto abbiamo concluso gli acquisti” ha annunciato il direttore sportivo Luca Matteassi e, quindi, da qui alla fine della stagione l’LR Vicenza resterà quello di inizio campionato con le addizioni di Ferrari, Ronaldo e del suddetto figlio d’arte. Le parallele uscite di Greco, Zamparo e Cester cambiano poco o nulla la rosa a disposizione di Vecchi, a cui, prima della fine dei trasferimenti, potrebbe essere ancora sottratto qualche effettivo.
Il bilancio, per ora, dà sostituzioni ruolo su ruolo (Beghetto-Greco, Ferrari-Zamparo, Ronaldo-Cester) ed è da verificare se il ritorno dei due titolarissimi dell’anno scorso sarà l’additivo giusto per le ambizioni vicentine comè anche da scoprire se, quanto e dove troverà spazio Beghetto che è un mancino di fascia e, cioè, l’alter ego di fasso-tuto-mi Costa, pedina inamovibile per Vecchi.
Sulla scommessa (perchè tale è) del rientro ai livelli dello scorso campionato di Ronaldo (nella foto) e di Ferrari, la società non è andata a occhi chiusi visto che ha tenuto quasi tutti i centrocampisti in rosa, che ora sono in esubero anche in previsione dei play off, e gli attaccanti, trequartisti compresi. Rimane, ed è davvero inspiegabile, la lacuna della difesa, che ha un organico ridotto all’osso e, sul lungo periodo, è rischioso non avere valide alternative ai tre centrali titolari.
Nella terz’ultima tappa che precede il giorno del giudizio del derby del 16 febbraio, il Vicenza gioca al Menti, dove tornerà in scena proprio contro il Padova perchè i due match successivi contro Renate e FeralpiSalò sono fuori casa. Intanto i biancorossi se la dovranno vedere con l’Alcione Milano, la rivelazione di questo campionato visto che alloggia al 6° posto in coabitazione con l’Albino Leffe.
L’identikit della terza squadra milanese, però, non può intimorire. L’Alcione ha conquistato la promozione vincendo il Girone A della Serie D con il miglior attacco e la miglior difesa del raggruppamento, ha una rosa giovane (24 anni ) che vale circa tre milioni e mezzo. L’allenatore Giovanni Cusatis, dopo una carriera modesta da calciatore, ha fatto esperienza in panchina anche all’estero (come secondo di Giuseppe Sonnino) ed è approdato tre anni fa all’Alcione che ha portato in Serie C. Gli acquisti più importanti sono stati gli attaccanti Simone Palombi, l’anno scorso al Padova e, prima, al Pordenone, e Michele Marconi dell’Avellino, che, finora, hanno firmato 8 e 5 centri. Per il resto la squadra è più o meno quella del campionato precedente.
La particolarità dei milanesi è che hanno tenuto un rendimento nettamente migliore fuori casa, dove hanno guadagnato 22 punti frutto di ben 7 vittorie e un pareggio, e, sotto questo profilo, sono secondi solo al Padova (che li ha battuti a Sesto San Giovanni domenica scorsa). Gli stop esterni sono arrivati a Padova, a Lecco, a Vercelli e a Verona con la Virtus. Eccellente è la prestazione difensiva in trasferta, con appena 8 reti al passivo (meglio solo Padova e Vicenza).
Per battere un avversario dotato di questo profilo la squadra di Vecchi è sufficiente che giochi la sua solita partita degli ultimi tempi, basata su attenzione e pazienza così da non correre rischi aspettando l’occasione buona per mettere il pallone in rete in un modo o nell’altro, come è successo nell’ultima partita a Busto Arsizio.
A questo punto è solo uno sfizio chiedere ai biancorossi anche il bel gioco, che, per altro, si è visto raramente in questo campionato, e va bene accontentarsi della concretezza, connotato tipico delle squadre di Vecchi (ricordando la sua FeralpiSalò due anni fa).
La formazione che scenderà in campo con l’Alcione è prevedibile in minima parte perchè, salvo imprevisti dell’ultimo momento, sicuri del posto dovrebbero essere solo Confente, Leverbe, Costa e Della Morte. L’assenza per infortunio di Cuomo modificherà inevitabilmente il trio dei difensori centrali, il centrocampo è per trequarti una incognita (quali saranno i centrali e l’esterno destro?), come pure l’attacco, ammesso che si riutilizzi la formula con il trequartista e due punte. Stavolta è improbabile che Vecchi lanci subito Ferrari e magari anche Ronaldo, a meno che, per puntellare quest’ultimo, Vecchi non riproponga il centrocampo a 5 sperimentato nel finale con la Pro Patria.
GIANNI POGGI