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“C’È BISOGNO DI DC E RENZI LO HA CAPITO”

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Un tema che affonda nel passato e che continua a essere presente e che vuole proiettarsi nel futuro del nostro Paese è la Democrazia Cristiana, un partito che non è stato semplicemente una forza politica, ma un fenomeno storico e culturale, capace di plasmare l’Italia dal dopoguerra e di guidarla verso la rinascita democratica e la prosperità economica.
La Democrazia Cristiana nasce nel 1943, in un’Italia devastata dalla guerra e divisa, umiliata all’interno e fuori dai suoi confini.
In quel contesto, la DC si propose non solo come un partito ma come un progetto di ricostruzione morale e materiale del Paese e la DC seppe interpretare le aspirazioni di un popolo stremato, offrendo una visione che univa i valori cristiani alla democrazia, il pragmatismo politico alla giustizia sociale.
Dopo la caduta del fascismo, l’Italia si trovò di fronte a una sfida enorme: costruire una democrazia stabile e inclusiva, la DC con Alcide De Gasperi fu la prima a raccogliere questa sfida.
De Gasperi capì che la ricostruzione del Paese non poteva prescindere da una solida alleanza con le forze democratiche occidentali e fu così che la DC divenne il perno del nuovo sistema politico italiano, garantendo al Paese una transizione pacifica verso la democrazia.
Ma la DC non si limitò a essere un partito di governo, fu un partito di popolo, radicato in ogni angolo del Paese, non vi erano grandi città e piccoli paesi ove non fosse presente.
Questo radicamento territoriale, unito alla capacità di dialogare con tutte le componenti della società, permise alla DC di diventare un vero e proprio collante nazionale.
In un’Italia ancora divisa tra Nord e Sud, tra città e campagna, tra classi sociali diverse, la DC seppe costruire un’identità comune, basata sui valori della solidarietà, della giustizia sociale e del rispetto della persona umana.
Negli anni ’50 e ’60, l’Italia visse quello che è passato alla storia come il ‘miracolo economico’, un periodo di crescita straordinaria, che trasformò il nostro Paese da nazione rurale a potenza industriale.
Anche in questo caso, la DC giocò un ruolo decisivo, con politiche economiche lungimiranti, come quelle portate avanti da ministri Pastore e Vanoni, la DC così coniugò lo sviluppo economico e la coesione sociale.
Fu in quegli anni che nacquero grandi opere pubbliche, come l’Autostrada del Sole, che unì il Nord e il Sud del Paese, simbolo di un’Italia che guardava al futuro, milioni di italiani trovarono lavoro nelle fabbriche del Nord, migliorando le proprie condizioni di vita, la Cassa per il Mezzogiorno tentò di porre rimedio al divario tra Nord e Sud per lo sviluppo e la soluzione della questione meridionale.
Il sistema di welfare avanzato che ne derivò garantì assistenza sanitaria, pensioni e istruzione, la qualità della vita di milioni di italiani migliorò.
La Guerra Fredda divise il mondo e soprattutto l’Europa, l’Italia seppe ricoprire un ruolo nel mondo libero e la Dc, fine tessitore dell’adesione alla NATO e alla CEE oggi Unione Europea, diede in dote all’Italia un ruolo internazionale di primo piano.
Alcide De Gasperi, Robert Schuman e Konrad Adenauer furono i padri fondatori di un’ Europa unita sui valori della pace e della democrazia tra i popoli per una reale integrazione dei popoli.
Come in ogni realtà, politica compresa, la DC ebbe le sue contraddizioni e giunse a radicarsi nel corso dei decenni, fu caratterizzato da molte luci e altrettante ombre, stabilità per l’Italia, accusata di compromessi con poteri forti e clientelismo dall’altra.
L’Italia di oggi è immersa in crisi economiche e sociali epocali, gli scenari di guerra alle porte dell’Europa le appartengono e non l’hanno mai abbandonata e in questo la DC ancora può esserci utile ricordandoci che la politica non è solo l’arte del possibile ma è anche la capacità di guardare lontano e di costruire progetti che vadano oltre gli interessi particolari, ci insegna che la democrazia è sempre in evoluzione è non lo è per sempre ma quale bene prezioso dev’essere tutelato e coltivato momento dopo momento, la prosperità di un Paese non può crescere se ci si dimentica della solidarietà tra le generazioni.
Oggi, mentre riflettiamo sul passato e guardiamo al futuro, possiamo trarre ispirazione dalla lezione della DC perché la storia non è solo memoria ma anche guida per il domani, per un’ Italia prospera che nelle sue contraddizioni sappia guardare al futuro con determinazione e voglia porsi al centro dello scenario internazionale e per un futuro all’altezza delle sue aspirazioni In Germania lo hanno capito e la sua DC – CDU ha saputo rialzarsi dopo scandali e sonori schiaffi elettorali che l’avevano defenestrata dal Governo del Paese ed oggi si pone quale argine alle forze di estrema destra, pronta ad imporre ancora una volta la centralità della sua cancelleria nello scenario europeo e mondiale.
In Italia Renzi lo ha capito, ad ogni occasione rimarca la centralità del suo centro e la grandezza della DC del passato, è giunto a mettere sulla tessera del suo partito il volto di Alcide De Gasperi formalizzando così il cammino che dalle tessere giunge in parlamento, la sua aspirazione da sempre è stata quella di essere il nuovo Alcide De Gasperi, lo sperano e lo vogliono ancor più di lui i democristiani di un tempo che oggi lavorano, molto, per il ritorno della DC, eccome.
L’Italia, dunque, sarà pronta per un nuovo De Gasperi e al ritorno della Dc?

Giuseppe Marra – Avvocato

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