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LAVORO. RAFFAELE CONSIGLIO, SEGRETARIO DI CISL VICENZA: “SIAMO IN UNA TEMPESTA PERFETTA”

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Da Confindustria arrivano molte preoccupazioni sul prossimo futuro e si parla apertamente di “ultima chiamata”. Dalla politica europea si susseguono continui richiami per una spesa attenta. Nel Governo Italiano ci sono accese discussioni che fanno pensare ad una grande difficoltà a far quadrare i conti. In Germania nuvole nerissime si addensano sulla filiera dell’automotive.

Cosa succede nel vicentino? Lo chiediamo a Raffaele Consiglio, Segretario Generale di Cisl.
“Siamo in una tempesta perfetta”.
Raffaele Consiglio al proposito è sintetico e categorico…
“La crisi della Germania sta accompagnando al ribasso le stime di fatturato di molte imprese italiane. In Emilia, nel Friuli, nel Trentino, in Lombardia. Ma soprattutto nel Veneto stiamo subendo questa crisi tedesca. Nel Vicentino la situazione è decisamente difficile. E la cosa che più preoccupa è che la crisi dell’industria manifatturiera tedesca non è congiunturale. E’ una crisi strutturale che sta trascinando anche noi verso un futuro difficile.”
Che la Cina da oltre venti anni si stia accaparrando materie prime strategiche, che la forma del Governo cinese sia nelle condizioni di governare processi complessi e di programmare a medio termine senza le “interferenze che le democrazie si portano appresso” è cosa ben nota.
Continua il Segretario Cisl: “A questo si aggiunge l’incapacità dell’Europa di incidere con una programmazione e una voce unica, nelle politiche industriali, nelle situazioni internazionali, nella difesa delle proprie industrie. Se poi aggiungiamo la decrescita demografica, possiamo renderci conto che nei prossimi anni perderemo milioni di ore di lavoro e perderemo quote di PIL prodotto. Ma c’è di più (e di peggio): Stiamo perdendo in produttività, non tanto perché non siamo in grado di aumentare le quantità prodotte quanto piuttosto perché non creiamo prodotti che hanno un valore aggiunto. Magari in questo contesto la vicina Lombardia è più avanti del Veneto perché ha introdotto marchi di qualità sia nei prodotti finiti, sia nella filiera dei prodotti della componentistica.”
Di questo passo il Paese non potrà più creare ricchezza come una volta e rischia di diventare sempre meno ricco…
“Se le risorse sono in diminuzione, se il ceto medio sta per essere cancellato, dovremmo cambiare prospettiva nell’uso delle risorse” aggiunge Consiglio. E sottolinea che l’uso del condizionale è d’obbligo. “Non sono convinto che ne siamo consapevoli in tanti, mentre nella società, nel mondo della politica e nel mondo delle associazioni questo dovrebbe diventare un mantra. O lavoriamo insieme, pur con le dovute e necessarie differenziazioni, o sapremo insieme fare scelte mirate oppure non ne verremo fuori questa volta.”
La Comunità Europea esige serietà nei conti perché nel passato siamo stati fin troppo leggeri…
“Sì. E’ così. Ma l’Europa stessa deve cambiare registro, ristrutturandosi velocemente in uno Stato Confederale con programmazione unica, una voce in politica estera forte, una politica industriale che sappia cogliere le opportunità della necessaria transizione ambientale senza isterismi e senza perdere di vista la realtà e la concretezza. Dentro a questo contesto confederale ogni stato ha il diritto e dovere di chiedere attenzione, ma è l’Europa che deve confrontarsi con il resto del mondo, perché gli Stati, piccoli o anche grandi, da soli non possono contare più come cent’anni fa, o anche come solo 25 anni fa.”
Forse non c’è una ricetta precisa, o almeno non ancora.
Però per Raffaele Consiglio “i soldi che abbiamo e che potremo investire nel futuro per sostenere il sociale e per stimolare l’economia devono necessariamente produrre sviluppo. E solo se lavoreremo insieme potremo fare le scelte, anche dolorose, che sono necessarie.”
Dovremo stare dentro il Patto di Stabilità, abbiamo un fardello pesantissimo nel Debito Pubblico…
“Da soli non ne usciamo. Se siamo in una crisi di sistema è solo con la collaborazione di tutto il Sistema che ne potremo venire a capo. Se dividiamo i ricchi dai poveri forse qualcuno si salverà. Ma si troverà salvo in mezzo ad un deserto. Purtroppo stiamo perdendo la capacità di fare sintesi.”
Chiude Raffaele Consiglio: Non dobbiamo cadere nella presunta scorciatoia di allargare il compasso delle differenze sociali. Emancipare tutta la società intera è il nostro obiettivo. La coesione sociale deve essere accompagnata dal riconoscimento del merito. Per questo abbiamo depositato una proposta di legge popolare che ha come obiettivo la partecipazione nelle scelte aziendali, in modo da responsabilizzare l’impresa sul futuro dei lavoratori ed i lavoratori sul bene dell’impresa.”

Maurizio Scalabrin

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