L’amore non lascia lividi.
Questo il titolo del convegno organizzato da Italia Viva con la partecipazione della senatrice Daniela Sbrollini capogruppo della commissione bicamerale “contro ogni forma di violenza di genere” venerdì 29 novembre a Vicenza.
Un importante contributo al dibattito attorno alla drammatica cronaca quotidiana di violenze di genere e di femminicidi in particolare.

Dopo i saluti della vicesindaca della città Isabella Sala e del Presidente della Provincia Andrea Nardin, ha introdotto la serata Marilisa Munari, insegnante del Liceo Quadri e già sindaca di Sovizzo che ha elencato una lunga lista di dati tragici.
E’ stato poi proiettato il corto CON TE O SENZA DI TE della regista Angela Prudenzi che ha poi spiegato, in collegamento da Roma, le motivazioni e la logica che hanno spinto alla produzione di questo filmato che in meno di tre minuti riesce a cogliere tutte le sfaccettature di una mentalità maschilista che pervade ancora la nostra società.

La giornalista del Giornale di Vicenza, Roverotto ha poi coordinato un dibattito denso ed intenso che ha coinvolto tutte le protagoniste del tavolo.
La scrittrice e storica Raffaella Calgaro ha velocemente quanto efficacemente fatto un excursus storico che ha inquadrato stereotipi spesso per nulla superati.
La dottoressa Annalisa Zanon, Presidente Nazionale di Aidm (Associazione Italiana Donne Medico) ha portato uno spaccato vissuto della sua esperienza nei Pronto Soccorsi dell’ospedale, dove si rappresentano i drammi delle violenze fisiche che le donne subiscono, delle loro angosce e delle loro paure.
L’avvocato Alessandra Capuano Branca, consulente della Commissione bicamerale “contro ogni forma di violenza di genere”, ha poi sviluppato un interessantissimo ragionamento che ha messo insieme la disponibilità dell leggi vigenti, il lavoro delle commissioni parlamentari che hanno anche ben lavorato, con l’insufficienza delle applicazioni governative e le lacune di una legislazione che accetta come violenza solo quella espressa fisicamente. “Quando invece questa è solo l’ultimo stadio di una violenza spesso mai raccontata ma che uccide ugualmente la personalità delle donne, umiliate e soggiogate”.
La collaboratrice del Centro Antiviolenza Cristina Rossi ha ricordato la carenza di fondi, la disorganizzazione degli interlocutori, la difficoltà nel superare la burocrazia.
“La violenza fisica è la sola presa in considerazione dalle leggi. Tuttavia questa è solo la punta di un iceberg. Quella morale, psicologica, economica fanno altrettanto molto male. Annullano la libertà della donna, tendono a sopraffare la personalità, la riducono a oggetto, la privano di un’identità , le tolgono la speranza”.

Ha concluso la senatrice Daniela Sbrollini che ha ricordato come “le leggi anche ci sono, purtroppo non sempre sono finanziate le iniziative”. Alcuni capitoli di finanziamento dovrebbero essere strutturali e non collegati alle singole finanziarie. “Tuttavia è necessario il coinvolgimento di molte realtà della società tutta. Non basta la famiglia, sempre più debole ed impotente. Non può essere delegata solo la scuola, che non ha risorse professionali ed disponibilità economiche sufficienti. Serve il coinvolgimento di molte altre realtà della società. C’è un progetto scozzese va in questa direzione. E sembra oltre che ben impostato anche in grado di dare risultati concreti ed interessanti. Dobbiamo studiarlo con interesse e provare a realizzarlo anche in Italia”.
Tutte le partecipanti al dibattito hanno sostenuto che c’è tanto da fare e che non servono le parole, ma necessariamente solo ed esclusivamente i fatti.
“Avremo fatto tutto quanto si deve fare solo quando non dovremo elencare questo quotidiano bollettino di violenze esercitate sulle donne, siano esse fisiche o morali”.