Rispetto è la parola che la Treccani ha individuato come parola del 2024 nell’ambito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua. Se lo scorso anno era stato scelto il termine Femminicidio sulla scia del drammatico aumento dei casi di morte violente di donne per mano di mariti o compagni violenti, oggi, anche alla luce di quanto accade intorno a noi e a sostegno della scelta dello scorso anno, si è scelto Rispetto sottolineando che “il termine dovrebbe essere al centro di ogni forma di comunicazione o relazione umana e in ogni ambito”.
I condirettori del Vocabolario Treccani, Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, hanno spiegato la scelta del termine “rispetto” sottolineando che “questa parola dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico per poi essere applicata nei diversi contesti.”
Rispetto è definito sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima o di deferenza, nei confronti di altre persone, ma anche istituzioni o leggi.
Si inizia in famiglia rispettando i genitori, ma nello stesso tempo i figli con i loro diritti e le loro esigenze, si continua a scuola dove vige il riguardo reciproco docente-studente. Rispetto in ogni luogo in cui ci sia un regolamento da rispettare: nella sanità, nelle aule di tribunale, nelle stanze della politica, per strada…
Si rispettano le istituzioni più alte della nostra Repubblica, ma si debbono rispettare i cittadini in quanto depositari di diritti imprescindibili.
Si rispetta l’avversario sia questi uno sportivo o un uomo di partito, il diverso, lo straniero.
Le donne, i bambini, i lavoratori, i ricchi e i poveri. Nessuno scappa appunto dal rispetto di questo valore alto.
E allora con l’arrivo del Natale, quando ci si sente tutti più buoni e più disposti all’altro, non si dimentichi che rispetto significa anche saper ascoltare, accogliere, fare in modo che nessuno debba cercare una grotta per far nascere il proprio figlio.